11 giugno 2020

Aleph: un viaggio per ritrovare se stesso

Alcuni anni fa ho letto diversi libri di Coelho e tra questi Aleph nel quale l'autore parla di un viaggio intrapreso per ritrovare se stesso.

Il titolo si riferisce a un concetto non proprio facile da capire e spiegare, ovvero a un punto che contiene tutti i punti dell'Universo e nel quale presente, passato e futuro si ritrovano e nel quale tutto cambia continuamente.

Coelho racconta del viaggio che ha fatto sulla Transiberiana, ufficialmente per promuovere l'ultimo romanzo che aveva scritto, ma in verità per trovare una risposta a molti interrogativi sulla sua vita passata.

Aleph: un viaggio per ritrovare se stesso


Aleph: la recensione


Naturalmente tutto in Aleph è romanzato e i personaggi che compaiono non sono quelli reali che ha incontrato, per proteggere la loro privacy.
Così, leggendo questa storia, non sono riuscita a capire quali cose potessero essere accadute veramente e quali siano solo frutto dell'immaginazione dell'autore.

Coelho, prima di partire da Mosca, conosce la giovane violinista di origini turche Hilal e capisce di averla già incontrata in un'altra vita.
Proprio questa sua vita passata mi ha incuriosito, così come tutto il modo col quale riesce a rivivere il passato entrando nell'Aleph con modalità differenti e grazie anche all'aiuto di uno sciamano.

Secondo l'autore, che sconsiglia il lettore dal provare, tornare indietro nel tempo può aiutare a capire cosa ci blocchi nella vita presente e impedisca di vivere sereni.
Spesso, secondo lui, una cosa accaduta nel passato, in un'altra vita, deve essere risolta in questa quando si incontrano persone che già avevamo incontrato allora.
Il suo viaggio è ben diverso da quello fatto da Terzani che amava viaggiare lentamente per poter conoscere, lungo la strada, le persone e le loro usanze.

La lettura è sicuramente da consigliare a chi crede nella reincarnazione, se vogliamo chiamarla così, ma sicuramente la vicenda è molto romanzata.
Chi vuole conoscere meglio questa tematica può leggere Sette anni in Tibet, anche per ritrovare un mondo che ora non c'è più.

Tra tutte le persone che incontra durante il viaggio quella che mi è piaciuta maggiormente è Yao, un uomo molto saggio che aiuterà Coelho a non perdere di vista lo scopo che si è prefisso senza lasciarsi andare alla teentazione di amare la bella Hilal.
Un'altra cosa che mi è piaciuta nel romanzo è l'invito dell'autore a non piangere per le persone che non ci sono più perchè vivono in un'altra dimensione e soltanto sognando possiamo andare nel passato o nel futuro.

Molto spesso vedo persone che dopo la perdita di un familiare non riescono più a continuare a fare una vita normale, distrutti dal dolore, ma questo fa parte della nostra vita e bisogna accettarlo.
Personalmente sono stata sempre interessata al significato dei sogni e pensare che ci riportino a una vita passata e ci possano aiutare a capire problemi che abbiamo ora mi piace.

Coelho riesce a coinvolgere con il suo stile semplice e mi ha portato a interrogarmi su molte cose e la lettura di questo romanzo è proprio capitata in un periodo nel quale sentivo che dovevo cambiare qualcosa nella vita.
Ho impiegato ancora del tempo a farlo, ma questa è un'altra storia.

Titolo: Aleph (O Aleph)
Autore: Paulo Coelho
Anno: 2010
Editore: Bompiani
Pagine: 280

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