10 aprile 2019

Antologia di Spoon River: le poesie più belle

Pur amando moltissimo leggere, le poesie non sono la forma di scrittura che prediligo tranne rari casi come l'Antologia di Spoon River.

Anni fa ho letto e poi riletto varie volte le poesie più belle di questa raccolta scritta da Edgar Leee Masters.
Queste poesie sono scritte in forma di epitaffio e ognuna di esse è dedicata a una persona, che ha abitato nella cittadina di Spoon River, e che ora riposa nel suo cimitero.

Antologia di Spoon River: le poesie più belle


Le poesie più belle dell'Antologia di Spoon River



Edgar Lee Masters nell'Antologia di Spoon River racconta la vita segreta degli abitanti del piccolo paese, attraverso l'epitaffio scritto sulla lapide viene rivelata l'essenza dell'esistenza di ognuno di loro.

A me è piaciuto moltissimo leggere queste brevi poesie e mi sono ritrovata in molte cose che vengono dette perché ognuna insegna qualcosa e fa riflettere sulle nostre esistenze spesso passate a sperare di vedere un cambiamento, ma senza fare qualcosa in concreto perché avvenga.

In totale gli epitaffi sono 243 ma io ho letto un'edizione breve che raccoglie quelle più significative.

Le poesie più belle, secondo me, raccontano storie di donne, affamate di gloria, di successo, d'amore e finite non troppo bene per colpa sempre degli uomini e della fiducia che ripongono in loro.

C'è Serepta Mason, che si lamenta perché le persone non hanno saputo trovare il suo lato migliore, così non è potuta sbocciare la sua bellezza, come quella di un fiore.
A volte frequentiamo persone che non riusciamo a capire o apprezzare come meritano.

C'è Dora Williams, diventata ricca dopo la morte del primo marito e del secondo, fino poi a morire avvelenata dall'ultimo.
Il destino può essere crudele, ci può dare tanto e poi toglierci tutto.

C'è Edith Conant, morta per mano del figlio, che non ha lasciato nessuno che la pianga.

C'è Amanda Barker, morta portando a termine la gravidanza.

C'è Margaret Fuller Slack, che ha abbandonato il suo sogno di diventare scrittrice per sposarsi, ha avuto otto figli ed è morta di tetano.
A volte può essere difficile realizzare le nostre aspirazioni e scegliere la strada giusta da percorrere.

C'è Minerva Jones, la poetessa del paese non molto attraente, sedotta da un uomo e morta in seguito a un aborto.
Ancora una volta parla di una persona affamata di gloria e morta nell'anonimato.

C'è Sarah Brown, che ha amato sia il marito che un altro uomo.

Altre storie racconto le esistenze di uomini, perché anche loro possono essere infelici.

C'è Robert Fulton Tanner, un uomo che sposando una donna ricca voleva il prestigio e il potere, poi la vita gli toglie tutto così come glielo ha dato.

C'è Benjami Pantier, procuratore legale che in vita ha avuto molti amici e donne ma poi è rimasto solo con il suo cane, sepolto con lui.
Ci sono persone che sembra abbiano tutto, ma poi si ritrovano sole perché non hanno trovato qualcuno che stimi e gli voglia bene come meritano.

C'è Harold Barnett, che, dopo un fallimento e con un figlio che stava per morire, ha cercato pace nel suicidio.

C'è John Hancock Otis, appartenente a una famiglia ricca che è sempre stato molto democratico, al contrario di un suo coetaneo che ha fatto fortuna dal niente.
Molte volte chi ha ottenuto la ricchezza e il potere, provenendo da una famiglia povera, si dimentica delle classi più disagiate, perché ormai si considera superiore e diventa nemico della Democrazia.

C'è il direttore Whedon, che ha sempre falsato la realtà nel suo giornale per insabbiare uno scandalo, disseppellirlo per vendicarsi, vendere più copie, distruggere reputazioni.
Come si dice ne ferisce più la penna che la spada, molte volte accuse infamanti possono distruggere le persone o solo le dicerie della gente. Soprattutto nei piccoli paesi è difficile togliersi di dosso una cattiva fama.

C'è Eugene Carman, un uomo che ha passato la vita solo lavorando, senza aspirazioni, un giorno si rende conto di essere invecchiato.
Bisogna sempre dare uno scopo alla nostra vita e non accontentarsi di quello che si ha, cercare di migliorarsi e di pretendere di più.

C'è Ami Green, che ha vissuto con la faccia da ragazzo senza invecchiare e si lamenta che l'eterna giovinezza è solo il non crescere mai, né nel corpo né nell'anima.

C'è Scholfield Huxley, un uomo di vasta cultura che non si rassegna di essere morto.
Purtroppo tutti dobbiamo morire, i grandi filosofi, le religioni hanno sempre cercato uno scopo alla vita, nessuno si rassegna alla morte ineluttabile.

La maggior parte delle poesie sono di rammarico per non aver cercato di realizzare le proprie ambizioni, i propri desideri.
Molte volte si è ostacolati dagli altri, dagli avvenimenti che non dipendono da noi, ma provarci è importante.
Nessuno vorrebbe arrivare alla conclusione della vita con rimpianti per quello che non ha fatto. Provare a volte può costare molto in termini di affetti, di amicizie, di famiglia.
In quanti sono disposti a lasciare tutto per tentare di realizzarsi?
Proprio Masters ha cercato di avere fortuna con la carriera letteraria, realizzando il suo desiderio più grande, ma non e l'ha fatta.

La prima volta ho letto l'antologia di poesie in un periodo nel quale ero in crisi per svariati motivi, le volte successive l'ho riletto perché mi sprona a migliorare e a credere di più in me stessa.
La stessa mia decisione di diventare vegana andando contro tutto e tutti è stata travagliata.

La poesia più bella per me è quella dedicata a George Gray. Io ho avuto una forte motivazione a volere di più dalla vita, a non temere gli imprevisti che a volte ostacolano i nostri progetti.
Quando ho bisogno di coraggio nelle decisione la leggo e cerco di essere ottimista.

La riporto qui di seguito:
Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l'amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vano desiderio
è una barca che anela al mare eppure lo teme.
A me piace tantissimo, forse perché sembra scritta per me, anche se indubbiamente è triste. Ogni giorno cerco di dare un senso alla mia vita, anche se non sempre è facile affrontare le difficoltà.

L'autore dell'Antologia di Spoon River


Edgar Lee Masters è nato in Kansas nel 1869, poi con la famiglia si trasferisce a Lewiston, sul fiume Spoon, dove fa pratica nello studio legale del padre avvocato.
A ventitré anni si trasferisce a Chicago in cerca di fortuna, tentando di diventare giornalista. Dopo svariati lavori apre uno studio legale diventando un avvocato di grido.
Nel contempo pubblica drammi e poesie, continuando la sua attività letteraria.
Nel 1915 pubblica l'Antologia di Spoon River e raggiunge il successo. Nel 1920 lascia l'avvocatura per dedicarsi completamente alle lettere, ma non ha molta fortuna.
Muore dimenticato in un ospizio nel 1950.
La sua vita potrebbe essere riassunta in un epitaffio che parla della mancata gloria di un poeta.

Titolo: Antologia di Spoon River (Spoon River Anthology)
Autore: Edgar Lee Masters
Anno: 1914
Editore: Mondadori
Pagine: 70 (edizione ridotta in mio possesso)

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