19 ottobre 2018

Un indovino mi disse: viaggiare con lentezza

Avevo già letto tanti libri di Tiziano Terzani e secondo molti proprio Un indovino mi disse è una delle sue opere più belle e devo dire che il racconto del suo anno vissuto viaggiando con lentezza mi ha molto appassionato.

Terzani è un ottimo narratore e sia se parla di politica sia di vita quotidiana riesce a trasmettere emozioni e sembra di essere lì con lui e di vedere il mondo che osserva mutare spesso in peggio.

Dopo tanti ebook questa volta ho acquistato l'edizione cartacea perché mi sembrava la più adatta per immedesimarmi nel suo racconto.

Un indovino mi disse: viaggiare con lentezza. Recensione.



Un indovino mi disse: non volare nel 1993


Terzani nella sua vita si è fatto leggere il futuro da molti indovini e a Hong Kong nel 1976 trova un vecchio cinese che profetizza la sua morte nel caso volasse nel 1993.

Quando sta per avvicinarsi quell'anno il giornalista e scrittore decide di non prendere aerei e di lasciare momentaneamente il suo mestiere di corrispondente pronto ad andare sempre nelle zone calde per essere in prima linea nel narrare quello che sta accadendo.

In questo anno fatidico raccontato in Un indovino mi disse però non rinuncia certo a viaggiare ma sempre utilizzando treni, navi o altri mezzi ma mai mezzi che volano.

All'epoca viveva a Bangkok e perciò senza troppi problemi riesce ad andare in Birmania ma arrivato nella penisola della Malacca e poi a Singapore fatica non poco a trovare un passaggio in nave. Ormai quelle passeggeri non esistono più e quelle mercantili non vogliono persone a bordo.
Il suo viaggio prosegue con lentezza attraverso diversi stati orientali e decide di tornare in Italia passando dalla Cina per poi salire sulla Transiberiana e arrivare dalla moglie in Toscana.

Con lei ritorna in Thailandia salpando dalla mia città, La Spezia, che descrive come:
una deliziosa città ottocentesca costruita con grande senso estetico quando l'Italia appena unita ebbe bisogno di un arsenale e di una base per la sua Marina Militare.

Il successivo anno l'aspetterà l'India che tanto desiderava conoscere.

Un indovino mi disse: bellissimo libro


Terzani si conferma un abilissimo narratore che riesce a raccontare ciò che vede e soprattutto i cambiamenti dei Paesi che visita che si stanno occidentalizzando ma perdendo le proprie radici.
Sono passati quasi trentanni dall'allora e se già all'epoca i mutamenti erano così repentini quello che rimane ora delle vecchie tradizioni sarà ben poco.
Dai racconti che leggo di chi ha visitato di recente quei Paesi asiatici sembra che tutto sia molto turistico e che sia difficile trovare qualcosa di autentico, forse neppure più nei remoti villaggi.
Tutto muta: le case tradizionali lasciano il posto a grattacieli, gli abiti tipici a vestiti occidentali, le usanze vengono soppiantate da nuovi intrattenimenti come la TV.

Dal racconto di Terzani esce un ritratto variegato dell'Asia perché le diverse regioni molto differenti tra loro e vive esperienze non certo da turista incontrando anche un gruppo di guerriglieri il cui capo ribadisce:

Non siamo affatto contro ciò che è moderno. Siamo solo contro la modernità di tipo occidentale che è esclusivamente materialistica e non spirituale. Siamo per uno sviluppo che non danneggi la natura e non sfrutti altri popoli.

Come non dare ragione a quest'uomo che combatte in Malesia per preservare il suo popolo.

Alla fine il 1993 si rivela per Terzani il più straordinario che abbia vissuto e invece di morire rinasce grazie alle nuove esperienze che non avrebbe mai fatto volando.

Viaggiare ha senso solo se si torna con qualche risposta nella valigia.
Secondo lui ha un altro fascino arrivare in un nuovo Paese passando una frontiera terrestre e non quella di un aeroporto che è uguale in tutto il mondo.

Terzani durante il suo viaggio via terra o via mare consulta diversi indovini perché sempre curioso di sapere cosa predicono eppure mai crede a qualcuno di loro, anzi vede come adattino i loro oracoli a chi hanno davanti.

Si corre nella speranza di un qualcosa che, una volta ottenuto, non è mai così bello come è stato quel correre con la speranza!

Alla fine trova in un indovino di Londra la più bella descrizione del mestiere di indovino: colui che cambia le ombre.
Terzani crede che non esista una sola realtà ma tante diverse che appaiono davanti a noi a seconda di come le si guarda.

Un indovino mi disse è una lettura che non posso che consigliare sia a chi ama la letteratura di viaggio sia chi desidera semplicemente viaggiare con gli occhi di un uomo straordinario.

Titolo: Un indovino mi disse
Autore: Tiziano Terzani
Anno: 1995
Editore: Longanesi
Pagine: 428

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