4 dicembre 2019

Cime tempestose: il capolavoro di Emily Brontë

CimeTempestose è stato scritto dall'allora quasi trentenne Emily Brontë nel 1847, col pseudonimo di Ellis Bell, perché all'epoca non erano molto considerate le scrittrici.

La critica giudicò quest'opera perversa, brutale e tetra mentre l'aristocratico e poeta inglese Swinburne, in seguito, disse che questo è il romanzo più bello scritto da una donna.
Possiamo considerarlo il capolavoro della scrittrice inglese.

Cime tempestose: il capolavoro di Emily Brontë


Cime tempestose: il racconto della vita nella brughiera


La Brontë e le sue sorelle non ebbero una vita felice, cresciute nella desolazione della brughiera inglese, figlie di un pastore protestante, e destinate a morire giovani, a causa della tisi, ma dotate di un grande talento letterario. La sorella Charlotte è l'autrice di Jane Eyre, romanzo che ebbe notevole successo subito dopo la pubblicazione.
Nella sua adolescenza Emily è cresciuta ascoltando i sermoni del padre e i racconti fantastici della sua governante, che arricchirono la sua immaginazione con personaggi popolari e mitologici.

Cime tempestose rappresenta un grande affresco di vita semplice nella brughiera, nelle due dimore, la sfarzosa casa signorile dei Linton nella valle e la fattoria sulla collina degli Earnshow, Wuthering Heights, il cui nome si può tradurre col tumulto atmosferico al quale il luogo è sottoposto quando infuria la tempesta.
Le due famiglie per due generazioni crescono a stretto contatto, tra matrimoni, funerali e desiderio di vendetta.

Cime tempestose: la trama


Le vicende di Cime tempestose, il capolavoro della Brontë ;iniziano nel 1870, in una landa desolata dello Yorkshire dove vive la famiglia Earnshow, con due figli Catherine e Hidley e il trovatello Heathcliff, probabilmente uno zingaro, scuro di pelle, nero di capelli, molto diverso dagli altri figli.
Proprio lui è il prediletto del padre, che gli permette di crescere come un selvaggio assieme alla sorellastra Cathy, suscitando la gelosia dell'altro figlio.
Quando il padre muore, Hidley eredita la proprietà e costringe Heathcliff a diventare quasi un servo e a lavorare sodo per lui.

Crescendo Catherine diventa bella e ambiziosa, passa il suo tempo da selvaggia nella brughiera con Heathcliff ma anche col proprietario di Thrushcross Grange, Edgar Linton, col quale ha un rapporto di complicità intellettuale.
Edgar la chiede in moglie e lei accetta, pur con molti dubbi, infatti svela alla governante Nelly di essere innamorata di Heathcliff, ma che si sposa con l'altro credendo di poter così aiutarlo ad avere una vita migliore, perché, altrimenti, sarebbe solo succube di Hindley per sempre.
Heathcliff sente le sue parole e fugge via, fino a ritornare tre anni dopo, diventato ricco, non si sa come e deciso a vendicarsi.

Catherine ritrova complicità nel vecchio compagno di giochi e di avventure, non si rassegna di aver perduto il vero amore per sposare un uomo senza carattere, seppur intelligente e istruito. Pian piano si lascia vincere dalla follia fino a morire dopo aver partorito la piccola Cathy.
Ma le vicende di questi protagonisti continuano, ci sono altri matrimoni, figli, lotte per rivendicare la proprietà delle due casate, tutto sotto gli occhi attenti di Nelly.
La governante racconterà al signor Lockwood, affittuario di Thrushcross Grange, le vicende delle due famiglie.

Cime tempestose: la recensione


La narrazione inizia nel 1802, con il racconto fatto a volte in prima persona da Nelly per soddisfare la curiosità di Lockwood, altre dall'uomo che riporta il racconto della donna, altre volte da Heathcliff.

La lettura è impegnativa e le vicende molto complicate e intrecciate tra loro, perfino i personaggi hanno nomi uguali a quello di un famigliare, per tramandarne il ricordo.

I due protagonisti principali del capolavoro della Brontë sono Heathcliff, il trovatello che crescerà amando la sorellastra Catherine, tanto legata a lui da pronunciare le parole: Io sono Heathcliff.
L'uomo dopo la morte di Cathy, Heathcliff la implora di non abbandonarlo, di continuare a tormentarlo, rendendogli l'esistenza un inferno. Mentre il suo unico scopo nella vita sarà quello di continuare la sua opera di vendetta, verso Hindley, il figlio Hareton, Linton e la sua famiglia.
I due sono molto simili, animati dalla stessa passione viscerale, ma il loro non è un classico amore, è più simile a desiderio di possesso. Mai si sono scambiati frasi d'amore, anzi sono cresciuti come fratelli, ma contando sempre uno sull'altro.

In questo molti critici hanno visto un riferimento alla vita della scrittrice e al suo rapporto col fratello Branwell.
Heathcliff non è l'uomo ideale che ispira amore, anzi è maleducato, taciturno, solitario, ignorante, irascibile, collerico, non si capisce come Catherine provi per lui tanto sentimento. Però non è tanto forte da lottare per il suo amore, preferisce sposare un uomo che la farà vivere nell'agiatezza, ma molto diverso dall'altro sia nel fisico, perché è biondo e ha gli occhi azzurri, sia nel carattere, viziato, ricco e senza spina dorsale, incapace di contrastare la passione dei due innamorati che vede sotto i suoi occhi.
Catherine non ha molto carattere, come avrà la figlia, che porta lo stesso nome, seppure cresciuta nel lusso e diventata perciò capricciosa, ma che lotterà per l'amore per Linton, figlio di Heatchcliff e di Isabella, che crescerà disprezzato dal padre e diventerà perfido, crudele, egoista, lamentoso. Sarà uno strumento per la vendetta del padre, che tramerà per impossessarsi della proprietà di Grange.

Quello che mi ha stupito nel racconto è la staticità dei luoghi e delle persone, per anni vivono nello stesso posto, escono di casa solo per andare in chiesa la domenica.
Crescono in mezzo alla natura selvaggia e ostile, girando per la brughiera, ma non frequentando gente, inconcepibile ai nostri tempi.
Amano tanto la loro terra, incuranti che sia la causa di malattie, come la tisi, e della loro morte prematura e della loro debolezza cronica.
I bambini crescono senza poter frequentare altre persone e confrontarsi con loro.
Ben diversa la situazione raccontata dalla Lessing in vicende che si svolgono un secolo dopo alla periferia di Londra, i tempi cambiano, per fortuna.

Secondo me, protagonista del romanzo non è l'amore, ma la morte che pian piano prende tutti.
Proprio Heathcliff troverà pace nel momento estremo, quando si priverà del cibo e del sonno e in una notte di tempesta si ricongiungerà per sempre con l'amata facendosi seppellire nella stessa tomba.

Cime tempestose è un esempio di romanzo romantico, con le sue passioni che travolgono gli animi, con le sue lotte per trovare finalmente pace, con la natura selvaggia protagonista indiscussa.
Prima di leggere questo romanzo, tanto osannato, sapevo ben poco, solo che parlava di un amore contrastato, ma già dalle prime pagine sono rimasta delusa dalla narrazione.
L'amore non è il protagonista, nelle sue pagine trasuda solo dolore, desiderio di vendetta, il male incarnato in Heathcliff.
Si può considerarlo un romanzo psicologico, perché mette a nudo l'animo umano, ma i personaggi mi sembrano troppo simili, le vicende narrate sembrano uguali le une alle altre.

L'ho trovato ben diverso dai meravigliosi romanzi scritti da Jane Austen che sono anche precedenti a questo.

Molti personaggi vivono nel degrado, nell'ignoranza, sembrano incapaci di provare sentimenti. Quello che manca tra i protagonisti è il dialogo, se avessero espresso apertamente i loro sentimenti le cose sarebbero state diverse. La piccola Cathy sembra l'unica ad avere un'idea romantica dell'amore, anche se lo riversa sul cugino Linton, che non lo merita e che la farà soffrire.

In definitiva non mi è piaciuto molto, pur desiderando arrivare alla fine per sapere come si sono sviluppate le vicende dei protagonisti e se hanno trovato un po' di serenità, ero tentata di abbandonare la lettura.
Trovo il racconto troppo pervaso da odio e malvagità per essere un romanzo d'amore, la mia idea romantica dell'amore è ben diversa e possiamo ritrovarla un po' in Madame Bovary.

Titolo: Cime tempestose (Wuthering Heights)
Autore: Emily Brontë
Anno: 1847
Editore: Giunti
Pagine: 384

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