12 ottobre 2018

Il quinto figlio: ritratto della società inglese anni '70

Quando ho letto Il quinto figlio non sapevo che l'autrice, Doris Lessing, avesse ricevuto il Premio Nobel per la letteratura proprio per aver rappresentato nelle sue opere la società inglese della sua epoca.

Proprio in questo romanzo scritto nel 1988 racconta la vita di una coppia giovane e felice che si trasferisce in un'enorme casa alla periferia di Londra per iniziare una vita assieme con l'idea di avere numerosi figli ad allietare la loro vita.
Col passare del tempo la famiglia che sembrava perfetta mostra molti lati oscuri.

Il quinto figlio: ritratto della società inglese anni '70


Il quinto figlio di Doris Lessing



David e Harriet Lovatt sono invidiati da tutti perché sono l'esempio della famiglia felice, hanno quattro figli in pochi anni e nonostante qualche perplessità sembrano voler aumentare la prole.
La madre di lei, Dorothy, aiuta a mandare avanti la casa e il padre di lui, molto ricco, finanzia le spese inevitabilmente elevate.

Nella grande casa ospitano nei periodi di vacanza ed in estate parenti e amici, ben lieti di trascorrere le feste nell'immensa casa di campagna praticamente senza pagare nulla.
Un giorno Harriet, che ha avuto da poco il piccolo Paul, si accorge di aspettare nuovamente un figlio, il quinto, e sa già che tutti le daranno dell'irresponsabile ma lei all'inizio è felice dell'evento.

Fin dai primi mesi della gravidanza sente però che questo figlio è differente, si agita troppo e non la lascia mai tranquilla a riposare, le causa malumori e lacrime che la fanno allontanare dal marito.
La donna trascorre i mesi della gravidanza in balia del bambino che ha dentro di sé e incomincia a pensare che non sia normale ma una creatura strana, un elfo dei boschi.

Harriet a differenza delle altre volte preferisce il parto in ospedale e alla nascita il bimbo dimostra subito di essere iperattivo, fisicamente più robusto ma soprattutto di avere un aspetto inquietante.
Harriet cerca al più presto di svezzarlo e non accetta questo bambino, che suscita la curiosità di tutti ma anche un certo timore, soprattutto dopo che inizia a camminare e dimostra di avere una forza incontrollabile.
Anche i suoi fratelli lo temono e si sentono sicuri solo quando viene chiuso nella propria stanza a chiave.
Il bambino, il piccolo Ben, cresce così lontano dagli altri, stenta a esprimersi ma si muove perfettamente a suo agio nella grande casa.

La vita però non è più come quella di prima, gli invitati trovano scuse per non andare da loro. Non sapendo come educare Ben, su consiglio dei genitori, la coppia lo mette in un istituto per bambini "diversi".

Harriet si sente comunque legata a lui ed un giorno va a trovarlo e vedendo in che condizioni vive se lo riporta a casa. Così facendo sfascia la famiglia perché i fratelli più grandi preferiscono andare a studiare in un college e a casa rimane solo il più piccolo, Paul, che si sente trascurato dai genitori.

Il quinto figlio: recensione


Il libro sembra all'inizio una bella storia di una famiglia felice, con tanti bambini, che vive in campagna serenamente e circondata dall'affetto di tutti, ma non è così.
La vita felice era solo un'illusione perché è facile vivere in tranquillità quando le cosa vanno bene più difficile quando ci sono problemi.

Le persone che invidiavano la loro felicità e che venivano ospitate nella grande casa si rivelano solo ipocriti e la società in cui vivono basata sul conformismo.

Allucinante pensare che si possa rinchiudere un figlio "diverso" in un istituto che altro non è che un lager, sperando che muoia per liberarsene!!!
Harriet è una donna criticata perché ha molte gravidanze in pochi anni ma alla fine dimostra di essere più umana di molti altri, anche se per la verità il suo rapporto con questo figlio sarà sempre particolare.
Per Harriet è facile fare figli e aspettare che sia la madre ad aiutarla in tutto o i genitori a pagare le spese, sembra proprio un'irresponsabile perché la cosa più difficile non è avere tanti figli ma saperli educare.

David dal canto suo pensa molto al lavoro perché ha bisogno di soldi per la famiglia ma bada poco all'educazione e soprattutto non è capace di accettare un figlio diverso dagli altri.

Il rapporto di coppia ha inevitabilmente una crisi profonda diventando simile a molti altri, non saranno più così invidiati dagli altri ma diventeranno una coppia che si sopporta per il bene della famiglia!

Alla fine si vede come abbiano fallito, la casa è vuota e i figli non sono cresciuti nel migliore dei modi, anche Luke, Helen, Jane e Paul, i figli normali e amati, hanno piccolo disturbi del comportamento perché sono stati trascurati.

Il libro si conclude in maniera cinica lasciando poco spazio alla speranza, i genitori dovevano crescere Ben in maniera differente cercando di fargli capire che la violenza non va usata mai e magari facendosi aiutare da uno psicologo.

Ben fin da bambino si sente rifiutato, trattato diversamente dai fratelli, non amato e perciò cresce senza provare la gioia di un abbraccio.
Non ha scusanti la madre quando dice che non lo stringe a sé perché non dimostra gioia perché comunque lei è l'adulta e dovrebbe cercare di renderlo più socievole e fargli provare emozioni.
Il povero Ben, come si definisce sui stesso, è cresciuto i primi anni rinchiuso nella sua camera, poi nell'istituto che la madre gli prospettava ogni volta che si comportava male facendolo vivere nella paura.
Da adulto non riesce a capire il confine tra bene e male e si sente accettato solo da una banda di sbandati, che ovviamente non può insegnarli cose giuste!

Il libro fa un ritratto spietato della società inglese degli anni '70, conformista seppure sembri avere libertà di costumi, ma si sa che l'apparenza spesso inganna.

Consiglio la lettura a chi voglia scoprire una scrittrice pluripremiata che affronta problematiche familiari con uno stile garbato ma usando un linguaggio duro che ci porta a vivere un incubo nel quale non vorremo mai trovarci.
Per la verità non ho trovato il racconto molto avvincente ma al contrario l'ho letto con fatica essendo molto lontano dai miei generi preferiti, pur riconoscendo certamente la complessità dell'argomento e la bravura dell'autrice.

Chi è Doris Lessing


Doris Lessing è nata nel 1919 a Kermanshah, in Iran, città nella quale si lavorò il padre, reduce della prima guerra mondiale, per poi trasferirsi nella colonia britannica della della Rhodesia del Sud (l'odierno Zimbabwe).
Doris frequentò una scuola cattolica femminile, sebbene la sua famiglia non fosse cattolica, ma per ripicca alla severità materna lasciò la scuola all'età di quindici anni per continuare gli studi da autodidatta.
Dal 1949 visse a Londra e iniziò la sua carriera di scrittrice.

Ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 2007 con la seguente motivazione:
cantrice dell'esperienza femminile, con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa



Titolo: Il quinto figlio (The Fifht Child)
Autore: Doris Lessing
Anno: 1988
Editore: Feltrinelli
Pagine: 168

1 commento:

  1. Inserito subito nella mia wish list di libri da leggere,magari lo trovo pure in occasione da qualche parte,grazie per il consiglio!

    RispondiElimina

Prima di commentare ti invito a leggere la Privacy Policy del blog per l'accettazione.