14 febbraio 2018

L'insoddisfatta Madame Bovary: il capolavoro di Flaubert

Madame Bovary è un classico della letteratura francese ed è uno dei miei libri preferiti perché un po' mi ritrovo nell'insoddisfatta Emma con la sua idea romantica dell'amore e il desiderio di una vita migliore.

Questo romanzo uscì a puntate nel 1856 su un giornale parigino da Gustave Flaubert, considerato il padre del realismo, e dopo la sua pubblicazione l'autore subì un processo per oltraggio alla morale pubblica e religiosa e al buon costume, ma vinse la causa.

Ai nostri giorni non fa certo scandalizzare.
Questa non è solo la biografia di una donna ma di tutta la vita umana. Flaubert illustra l'insoddisfazione che si agita da sempre nel fondo dell'anima di donne e uomini, ma la figura che spicca nel romanzo è quello di Emma, eterna insoddisfatta.

L'insoddisfatta Madame Bovary: il capolavoro di Flaubert



I personaggi e la trama di Madame Bovary



Fin dalle prime pagine del romanzo sono delineati i caratteri dei protagonisti.

Carlo Bovary fin da bambino mostra il suo carattere docile e la sua mancanza di iniziativa. Pur non eccellendo nello studio riesce a prendere la laurea in medicina e così sostituisce il vecchio medico di Tostes prossimo alla pensione.
La madre, donna energica ed orgogliosa, lo convince a sposare la vedova Eloisa di 45 anni brutta e magra. Carlo pensa che così si troverà in migliori condizioni e potrà disporre di denaro, la rendita di 1200 scudi della donna.
La donna lo spia, gli apre le lettere spinta dalla gelosia perché pensa che lui abbia un'altra, è la vera padrona di casa.
Una sera Carlo è chiamato a curare un uomo che si fratturato la gamba e conosce la figlia, Emma Rouault, e con la scusa di seguire la guarigione dell'uomo va spesso da loro.
Eloisa muore improvvisamente e Carlo, dopo il periodo di lutto, chiede la mano di Emma al padre che sembra molto contento.
Emma, dopo un periodo in convento, è cresciuta leggendo romanzi d'amore, suonando il piano e ha un indole romantica. Perciò subito dopo il matrimonio si rende conto di essere infelice.

«Prima di sposarsi aveva creduto di avere in sé l'amore, ma poiché la felicità, la conseguenza dell'amore non era venuta, riteneva di essersi ingannata»

Carlo invece l'adora e si rimproverava di non amarla abbastanza. Lei invece sogna luoghi lontani dove pensa che troverebbe la felicità. Vede Carlo come un uomo che non ha nulla da insegnarle, che non desidera nulla, che non sa nulla. Lui la crede felice e non fa che irritarla con quella sua calma imperturbabile.
La suocera la ritiene troppo raffinata e si dispiace che il figlio ora ami più la moglie di lei e perciò durante le sue visite hanno frequenti litigi sull'amministrazione del denaro, speso in cose superflue.
Emma si chiede perché si è sposata. Avrebbe voluto un uomo bello, intelligente, affascinante e vivere in città.

Leggendo i pensieri di Emma si avverte una grande tristezza, in fondo tutti vorremo una vita migliore, ma a volte quando si ottiene quello che desideriamo ci accorgiamo che non ci rende felici, la felicità la possiamo trovare dentro di noi.

Quando ricevono l'invito del marchese D'andervilliers per una festa finalmente Emma ha l'occasione di ammirare la nobiltà, le case lussuose, le feste, i balli. Si rende conto di volere tutto questo e non si rassegna a tornare alla sua vita quotidiana. Nella sua vita si produce un baratro.
Per Emma l'avvenire è un buio corridoio che finisce in una porta chiusa.
Carlo non capisce la raffinatezza della moglie ma ne sente il fascino e l'asseconda negli acquisti di oggetti e di abiti eleganti.

Un giorno Emma inizia a trascurare i lavori domestici, non si abbiglia come prima, non è più capace di nascondere il suo disprezzo per tutto e per tutti. Invidia i balli in maschera e la vita tumultuosa, inizia a dimagrire e a perdere appetito e ha periodi di torpore alternati ad altri di esaltazione, insomma cade in depressione.
Carlo la vuole aiutare e pensa che un nuovo ambiente possa risollevarle l'animo, perciò si trasferiscono a Yonville, una cittadina più grande.

Qui fanno amicizia col farmacista Homais, un uomo che non ama molto i preti e che si ritiene dotto e saggio, e con Leone Dupuis, un praticante avvocato che come Emma ama la lettura e la musica.
Emma pensa che se la sua vita passata è stata così brutta quella futura deve essere certamente migliore.
Nel frattempo nasce la piccola Berta, affidata ad una balia perché la cresca. Emma non dimostra certo un sentimento materno.

Leone ed Emma si vedono spesso ma lui non trova il coraggio di manifestare i suoi sentimenti mentre lei riversa sul marito tutto l'odio che deriva dalla sua noia. La mediocrità domestica la spinge a fantasie lussuriose, la tenerezza coniugale la spinge a desideri di adulterio, perché in lei c'è tanto tormento.

Leone va a Parigi a finire gli studi perché è stanco di questo rapporto platonico.
Emma ha nostalgia dei loro incontri e pensa di avere perso la sola cosa bella della sua vita e la sola speranza di gioia, a poco a poco il suo amore si spegne, ma si sente infelice perché ha avuto esperienza del dolore e sa che per lei non finirà mai.
Il suo desiderio di lusso s'insinua nella sua vita, Lheureux, il commerciante del paese, le vende molta merce, la spinge a firmare cambiali, a vendere per procura i beni del marito, approfittando della sua inesperienza col solo scopo di guadagnare.

Un giorno entra nella sua vita Rodolfo Boulanger, un trentacinquenne molto affascinante, che ha conquistato molte donne con paroline dolci per poi lasciarle quando si stanca.

[Contiene spoiler se volete potete saltare questa parte per non rovinarvi il finale]

Quando la vede pensa al modo per averla. Dapprima la corteggia garbatamente, poi sta lontano sei settimane per struggerla nel suo ricordo e quando torna la seduce.
Emma è felice di avere un amante, è convinta di stare per possedere le gioie dell'amore, la febbre della felicità in cui non aveva più speranza.
Iniziano a frequentarsi di nascosto, al mattino lei esce di casa per incontrarlo, la sera si incontrano nel giardino dei Bovary, si scrivono lettere d'amore, lei lo riempie di regali costosi, tutto all'insaputa del marito, che anzi le compra un cavallo così Rodolfo le può insegnare a cavalcare.
La storia va avanti per due anni, Emma è sempre più innamorata e sogna una vita con lui a Parigi, la vita che ha sempre sognato.
Riesce a convincerlo a scappare assieme a lei e alla figlia, ordina due bauli, ma il giorno della partenza Rodolfo le scrive una lettera dicendole che non sarebbe stata felice con lui. In realtà lui non ha mai avuto intenzione di fuggire e di prendersi una bambina a carico. Voleva solo soddisfare i suoi desideri lussuriosi.

Emma assomigliava a tutte le sue amanti, il fascino della novità diminuisce nell'eterna monotonia della passione, che ha sempre le stesse forme e lo stesso linguaggio.

E' vero che la passione che si prova all'inizio di una storia pian piano si affievolisce, ma Rodolfo non ha mai pensato di avere una relazione seria con Emma, gli uomini si approfittano spesso del sentimentalismo delle donne.
Emma per l'abbandono dell'uomo cade nuovamente in depressione, ma dopo un anno incontra inaspettatamente Leone a Rouen. L'uomo ora è più esperto della vita e trova il coraggio di dichiararsi, diventano così amanti prendendo l'abitudine di vedersi tutti i giovedì in un albergo della città, con la scusa che lei prende lezioni di musica.

La storia va avanti ma un giorno Emma si ritrova a dover pagare le cambiali, che non saranno più posticipate e chiede aiuto a Leone, lui le fa credere di portare i soldi più tardi ma non lo fa. Anche lui non la ama, lei è sposata e non potrebbero avere un futuro assieme.
Emma si ritrova più infelice di prima ma si rende conto di esserlo sempre stata.
Quando arrivano a pignorarle le sue proprietà lei è disperata, chiede aiuto a L'heureux, l'uomo che in realtà ha causato tutto ciò, ma l'uomo la vorrebbe sedurre.
Emma è disperata, in un ultimo tentativo chiede i soldi a Rodolfo, ma lui dice di non averli. Emma non trovando il coraggio di affrontare il marito, perché è troppo buono e la perdonerebbe ingerisce l'arsenico e muore tra atroci dolori.

Carlo non vorrebbe separarsi dai suoi beni ma deve farlo, gli portano via tutti i mobili e gli oggetti che Emma ha comprato nel corso degli anni. Dentro uno scrittoio trova tutte le lettere ricevute dagli amanti della moglie, ma non può fare a meno di amarla ancora. Carlo è troppo buono, muore di crepacuore lasciando la figlia in povertà.

Le tematiche di Madame Bovary



Questo romanzo è meraviglioso, Flaubert riesce a descrivere benissimo i sentimenti e gli stati d'animo che Emma prova. In alcune pagine ci sentiamo parte della vicenda, ricordiamo i palpiti del nostro cuore, i nostri desideri e come la protagonista desideriamo una vita migliore.
Certo la nostra vita non sarà mai come quella che vorremo, ma l'idea romantica dell'amore deve essere adattata a noi, alle nostre esigenze.
Da sempre l'amore è stato cantato dai poeti, sono state scritte liriche stupende, in astratto i sentimenti sono meravigliosi, ma bisogna ricordarsi che nella vita quotidiana ci sono altre cose. Un rapporto deve essere vissuto anche nella quotidianità, dobbiamo amare il nostro partner anche se non è perfetto, perché quello perfetto non esiste, nessuno uomo può corrispondere all'ideale di uomo perfetto!

La morale di Flaubert è che non bisogna lasciarsi ingannare dalle lusinghe e dal miraggio di una vita migliore, bisogna cercare la felicità nelle piccole cose.
Un po' come insegna Siddhartha.

Certamente Emma si è sposata troppo giovane, senza aver conosciuto altri uomini e senza conoscere abbastanza bene Carlo. Se avesse capito la sua mancanza di raffinatezza e di desiderio di migliorarsi avrebbe rifiutato di sposarlo, per non vivere nella mediocrità di un'esistenza piatta.

L'unico gesto d'amore che Emma ha compiuto nei confronti del marito è stato il suicidio, le faceva troppo male vedersi perdonata da lui sapendo di averlo tradito e di non averlo mai amato come forse meritava.

1 commento:

  1. E' uno dei miei scrittori preferiti e adoro Madame Bovary nonostante sia eccentrica ed egoista.

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