23 ottobre 2019

La saga di Gösta Berling del premio Nobel Selma Lagerlöf

Ho letto La saga di Gösta Berling, scritta dall'autrice svedese premio Nobel Selma Lagerlöf nel 1909, prendendo in prestito l'edizione digitale dalla biblioteca della mia città,

Dopo aver letto diversi autori insigniti di questo riconoscimento volevo conoscere questa autrice che nei suoi romanzi ha raccontato gli usi, i costumi e le tradizioni in voga in Svezia secoli fa.
Prima di iniziare a leggere questo libro mi aspettavo storie avvincenti di eroi nordici, tipo le storie delle gesta di Lohengrin nelle leggende germaniche delle quali avevo letto tantissimi anni fa.

La saga di Gösta Berling del premio Nobel Selma Lagerlöf


La saga di Gösta Berling di Selma Lagerlöf


Nei 27 capitoli del romanzo La saga di Gösta Berling viene raccontata la storia di un pastore della chiesa protestante spretato, perché gran bevitore, che, per il suo bell'aspetto, riceve i favori di molte donne, anche nobili e persino sposate.
Ogni capitolo sembra quasi raccontare una leggenda perché mescola cose vere a storie palesemente fantastiche che traggono origine dalla tradizione popolare svedese ma che l'autrice restituisce a nuova vita.
Dopo un inizio che sembrava promettente, nel quale Berling evita l'umiliazione dello spretamento andandosene egli stesso dal paese, sono stata sempre nell'attesa di qualche avvenimento particolare che desse una svolta alla vicenda.
No, senza alcool, la vita non era possibile in paese simile.
Invece nulla di particolare, seppure compaiano lupi e mostri vari, persino i demoni, ho trovato pesante la lettura di questo romanzo.
Forse il linguaggio con molti termini arcaici, che non so se siano scelti dall'autrice o dal traduttore del testo, lo rende poco appassionante eppure ho amato grandi opere tipo I promessi sposi che certo non sono scritti in un linguaggio moderno.

Eppure alcune storie sono belle perché ricche di sentimenti o assurde nella loro ricerca di vendetta come quella di un padre che vuole vendere tutti i suoi possedimenti per non lasciare nulla alla figlia innamorata di Gösta, salvo poi perdonarla perché malata.

Altri personaggi come il musicista rinunciano alla felicità in famiglia per vivere a Ekebu, luogo centrale della storia.
Non reggeva più. Era troppa felicità, troppa quiete per lui. Ekebu era mille volte meno piacevole: ma Ekebu era al centro della vita turbinosa.
Questo fa capire che a volte non basta la tranquillità ma si desiderano ogni giorno nuove emozioni.

Gösta comunque resta il personaggio principale, quello che cerca la benevolenza degli altri e che conosciuta la ricchezza di Ekebu sembra non desiderare di stare altrove sino alla fine quando forse capisce che la vita semplice è migliore.

Nonostante non mi sia piaciuto non mi sono pentita di averlo letto perché uno dei miei buoni propositi fatti tempo fa era quello di leggere almeno un libro scritto da tutti gli autori premiati col Nobel per la letteratura.
Così ho letto bellissimi romanzi come Furore e altri deludenti come Cent'anni di solitudine e opere di scrittori italiani che avevo già conosciuti durante gli studi come Pirandello e Deledda.

Titolo: La saga di Gösta Berling (Gösta Berlings saga)
Autore: Selma Lagerlöf
Anno: 1891
Editore: Iperborea
Pagine: 222

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