17 novembre 2021

Il canto dell'elefante di Wilbur Smith

Il canto dell'elefante è un romanzo d'avventura scritto da Wilbur Smith che fa riflettere su molte cose.

Il titolo di questo best sellers deriva dall'abitudine di questi animali di emettere dei suoni quando sentono la presenza di un altro essere vivente, così da scoprire se sta arrivando un elefante o un nemico mortale.

L'autore è nato nell'attuale Zambia nel 1933 ma è cresciuto e ha completato gli studi in Sud Africa. Nei suoi romanzi, come nella saga dei Courtney, racconta la sua terra meravigliosa e selvaggia.


Il canto dell'elefante di Wilbur Smith


Il canto dell'elefante: la trama

Daniel Armstrong è stato capo ranger del parco nazionale di Chiwewe in Zimbabwe ma, dopo la morte per malaria della moglie, ha lasciato l'Africa per andare in Inghilterra. Ora è uno dei più importanti documentaristi del mondo e per realizzare un filmato sull'abbattimento controllato degli elefanti, necessario perché se aumentasse eccessivamente il loro numero non avrebbero più cibo a sufficienza, ritorna a Chiwewe.

Il suo amico Johnny Nzou, nome che significa in swahili elefante, è il direttore del parco.

Dopo una spettacolare e cruenta caccia, tutto sotto l'occhio delle telecamere, abbattono un intero branco di elefanti, dai più giovani ai mastodontici vecchi, perché altrimenti i sopravvissuti comunicherebbero ad altri branchi l'odio per l'uomo.

Le carni degli animali saranno usate per preparare alimenti animali e le preziose zanne, una volta timbrate, saranno vendute al mercato legale.

Il giorno della partenza di Daniel arriva al parco l'ambasciatore di Taiwan, Ning Cheng, che si dichiara un amante del birdwatching.

In realtà l'uomo è lì per assistere allo sterminio feroce di tutti i residenti del parco e le loro famiglie e al furto dell'avorio, trasportato proprio dai camion del parco, per farne un regalo al padre e diventare suo successore nell'impresa di famiglia.

Ning è spietato e sadico e gli uomini che ha assoldato non sono da meno. Le scene descritte nel romanzo Il canto dell'elefante sono raccapriccianti.

Daniel ha come il presentimento che stia succedendo qualcosa di terribile e torna indietro, ma arriva tardi, solo in tempo per vedere l'amico trucidato.

L'uomo cerca di raggiungere i camion che trasportano l'avorio ma passano il confine col Malawi.

Chetti Singh, un uomo d'affari indiano e socio di Ning, riesce a imbarcarlo per l'oriente ma capisce di avere Daniel alle costole e vorrebbe farlo sbranare dal suo leopardo Nandi, il miglior antifurto che abbia sperimentato, ma alla fine è lui a rischiare di essere dilaniato. Per salvarsi rivela il piano per un colpo di stato in Ubomo, il paese della terra rossa, ma Daniel lo lascia tra le fauci della belva.

Tornato in Inghilterra Daniel si occupa del montaggio dei documentari girati in Africa realizzando filmati eccezionali ma non dimentica l'amico morto e vorrebbe vendicarsi e ripagare i responsabili della stessa moneta.


L'occasione si presenta quando l'uomo d'affari Peter Tug Harrison commissiona a Daniel un documentario sull'Ubomo e il suo nuovo sviluppo. La sua azienda ha investito molti soldi in questo paese e vorrebbe far capire all'opinione pubblica che è possibile sfruttare le risorse senza recare danni all'ambiente.

Sarà vero? Circolano voci che il nuovo presidente Taffari, dell'etnia hita, stia sterminando il popolo degli uhali. Arrivato in Ubomo Daniel potrà vedere tutto coi propri occhi e incontrare persone di sua conoscenza.


Il canto dell'elefante: recensione

Nel romanzo Il canto dell'elefante, che si può acquistare online, sono narrati episodi di inaudita violenza e ferocia, vengono descritte realisticamente azioni che in quei paesi sono all'ordine del giorno.

Anche la stessa caccia agli elefanti è terribile, soprattutto per due elefantesse, le matriarche del branco.

Questa storia fa riflettere su molte cose perché azioni che sembrano barbarie in realtà sono necessarie per far vivere altri elefanti. Questi giganteschi erbivori hanno bisogno di molto cibo e in una terra arida non crescono abbastanza alberi per sfamarli.

Quello che dice il presidente Taffari in una frase è emblematico:

I paesi africani non possono fermare il loro sviluppo per permettere ai turisti di venire qui e godersi una terra incontaminata una settimana all'anno e poi tornare nei loro lussuosi appartamenti.

Per esempio nell'Ubomo si vogliono sfruttare i giacimenti minerari, produrre legname, incentivare l'agricoltura, la pesca, creare un'industria alberghiera e turistica con casinò.

Sono tutte belle parole ma, in realtà, quello che vogliono è un selvaggio disboscamento della foresta pluviale che provocherà alluvioni, l'uso di arsenico per l'estrazione dei minerali provocherà inquinamento e morte dei pesci nei fiumi e dei mammiferi che bevono queste acque.

Come in molti paesi ci sono lotte intestine tra le varie etnie per il potere che arrivano a estremizzarsi nei campi di concentramento, o di lavoro, che richiamano a nefasti eventi passati che dovremo ricordare ogni giorno.

Quello che racconta Smith è un mondo barbaro, spietato, ancora legato alle tradizioni primitive.

Eppure descrive anche paesi come il Malawi, chiamata la Svizzera d'Africa, che è riuscito a dare alle famiglie i mezzi per essere autosufficienti.

L'autore racconta le bellezze naturali dell'Africa, gli immensi spazi e gli animali selvaggi dotati di spirito di sopravvivenza, le foreste, abitate dalla tribù dei bambuti, capaci di sfruttarne le risorse per cibarsi e per curare molte malattie.

Probabilmente i luoghi descritti sono reali mentre tutte le vicende sono inventate, seppure siano molto verosimili perché sappiamo quanto vengano sfruttate le risorse dei paesi africani.

Penso che siano vere le usanze dei suoi abitanti, anche se non riesco a capirle perché la lapidazione o la tortura, che sembrano pratiche consuete, non dovrebbero esistere e fanno inorridire. Spero che siano pratiche che appartengano solo al passato!

Titolo: Il canto dell'elefante (Elephant Song)
Autore: Wilbur Smith
Anno: 1991
Editore: Longanesi
Pagine: 469

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