27 agosto 2021

La prima volta in cui sono morta

La prima volta in cui sono morta mi ha incuriosita per il titolo che fa presagire il ritorno in vita di una donna in un racconto ricco di suspense.

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I libri entrano nell'anima o lasciano indifferenti e questo è tra quelli che incuriosiscono per una trama inusuale.


La prima volta in cui sono morta


La prima volta in cui sono morta

Il romanzo La prima volta in cui sono morta inizia nel gennaio 2015 quando Silvia viene salvata dal marito Paolo da un tentativo di impiccagione al lampadario della loro camera.

La donna viene ricoverata in Terapia Intensiva e ritorna a nuova vita svegliandosi dal coma, però ha perso la memoria e non riesce a ricordare cosa le sia successo.

Silvia ricorda la sua vita sino all'inizio di dicembre, poi più nulla.

Aveva conosciuto Paolo da giovanissima ma il loro matrimonio sembra in crisi, tanto che non lo chiama più per nome ma solo Lui.

In un cassetto viene trovato il suo diario dove ha scritto una pagina di addio che la loro figlia Marianna ha letto rimanendo sconvolta.

Silvia da tempo soffriva di artrite reumatoide e negli ultimi mesi la sua malattia si era aggravata, ma questo è stato il motivo che l'ha spinta a farla finita?

Viene trasferita in un altro reparto dove fa amicizia con Felia che è ricoverata per un ictus e nel frattempo inizia la fisioterapia sostenuta dal padre che le sta sempre vicino, a differenza di Paolo.

Leggere la sua pagina con la dichiarazione di volersi uccidere mi ha riportato alla memoria il libro L'eleganza del riccio nel quale una ragazzina dichiarava la sua intenzione suicida.

Questo romanzo, opera prima di Marta Minotti, è intrigante e trovo che la trama sia ben costruita tanto da non far capire sino alle ultime pagine cosa sia veramente accaduto.

La psicologia dei personaggi poteva essere raccontata in maniera più approfondita, ma questo non toglie nulla al racconto che si può considerare un thriller. Il finale è un poco frettoloso ma questo non toglie nulla all'imprevedibilità della trama e al mistero che pervade molte pagine.

Silvia è il personaggio per il quale si fa il tifo perché appare una casalinga insoddisfatta che il marito non guarda più e che rimpiange le scelte fatte in passato.

Vederla soffrire per la sua malattia fa pensare a quanto siamo impotenti di fronte alle debolezze dei nostri corpi di fronte al dolore e a patologie invalidanti.

In questo thriller vedo un messaggio a voler cercare il vero amore, a vivere appieno la propria vita accanto a persone che ci fanno stare bene, consapevoli della caducità dell'esistenza.

Silvia dice:

Un giorno moriremo tutti, questa è l'unica certezza che abbiamo, la sola legge a cui non possiamo sottrarci

Titolo: La prima volta in cui sono morta
Autore: Marta Minotti
Anno: 2018
Editore: Self Publishing
Pagine: 233

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