2 luglio 2021

Trilogia di New York: tre racconti introspettivi

Trilogia di New York di Paul Auster comprende tre racconti distinti legati dalla tematica e dal finale che sembra spiegarli, almeno in parte.

Nei racconti ritroviamo anche personaggi con lo stesso nome, uno si chiama persino come l'autore, azioni che si ripetono e un taccuino rosso sul quale tutti scrivono e che diventa il testimone dei fatti.

Non saprei se consigliarlo perché, nonostante si legga in poco tempo, risulta difficile da comprendere.


Trilogia di New York: tre romanzi introspettivi


La città di vetro

In questo racconto lo scrittore Daniel Quinn si finge investigatore, come un personaggio dei suoi libri, e incontra Peter Stillman che gli racconta una storia incredibile accaduta quando era bambino e il padre lo tenne rinchiuso per anni. Ora teme che l'uomo lo voglia uccidere e incarica Quinn di seguire il padre per vedere ciò che fa. Così lo pseudoinvestigatore inizia a seguire l'uomo per la città facendo congetture sui suoi percorsi e sugli oggetti che raccoglie da terra.

Fantasmi

L'investigatore Blue viene incaricato da White di spiare Black ininterrottamente e così si ritrova a spiarlo dalla finestra dell'appartamento di fronte osservandolo mentre scrive tutto il giorno. Invia rapporti su questo. Una storia che vuole prendere in giro i veri investigatori o le spie come Il nostro agente all'Avana?

La stanza chiusa

Un giovane viene chiamato dalla moglie di un amico d'infanzia scomparso per valutare le opere letterarie che ha lasciato e decidere se vadano pubblicate. Fanshawe è sparito nel nulla lasciando la donna con un bambino piccolo e così l'amico si ritroverà a sposare la vedova e a vivere coi guadagni delle opere dell'altro.

Il libro Trilogia di New York ha una trama insolita che spiazza il lettore perché i racconti introspettivi non hanno un finale ma si possono interpretare in vari modi.

Il primo è il più lungo e quello che ho trovato più strano mentre il secondo mi è sembrato troppo senza senso e non sono riuscita ad apprezzare il monotono racconto della monotona vita di un uomo. Il terzo mi è piaciuto moltissimo tranne il finale. Seppure dia un senso all'intero romanzo, facendo intravedere i punti di contatto tra le varie storie, anch'esso non svela tutto.

Ho apprezzato l'originalità di quest'opera e il fatto che voglia mettere in discussione chi siamo veramente, però mi ha lasciato un senso di vuoto come se le storie fossero non concluse e avessero molti retroscena da svelare.

I protagonisti dei racconti alla fine sono degli uomini che osservano gli altri ed entrano nelle loro vite, cercando una logica nelle azioni, e si ritrovano nella stessa situazione della persona spiata.

Non si capisce fino in fondo se ciò che succede sia reale o sia solo una proiezione della mente di questi uomini. Sono persone sole, troppo sole, e per questo chiuse in se stesse e al limite della paranoia.

Mi hanno colpito alcune frasi riferite al tempo e ai fatti che accadono e le osservazioni sulla vita.

Le storie capitano solo a chi le sa raccontare. Analogamente, forse, le esperienze si presentano solo a chi è capace di viverle.

Preferisco storie più lineari con un inizio e una fine che spieghi tutto.

Titolo: Trilogia di New York(The New York Trilogy)
Autore: Paul Auster
Anno: 1987
Editore: Einaudi
Pagine: 307

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