27 dicembre 2020

All'orizzonte un toubabou: viaggio in bici in Africa

Leggere i racconti di viaggio molte volte stimola a volersi documentare per andare a visitare i luoghi descritti e così è stato dopo la lettura del libro All'orizzonte un toubabou di Filippo Graglia.

Questo giovane ingegnere, cresciuto nel Monferrato, dopo un incidente stradale decide di partire per un lungo viaggio in bicicletta in Africa.

Il suo racconto è molto coinvolgente ed emozionante. Assieme a lui si vivono i Paesi che attraversa scoprendo che talvolta alcune idee che abbiamo sono da sfatare.

All'orizzonte un toubabou: viaggio in bici in Africa


All'orizzonte un toubabou. recensione

Toubabou è una parola che indica l'uomo bianco e che in Africa non viene pronunciata con un fine razzista ma solo per indicare colui che ha una pelle diversa da loro.

Durante il suo viaggio di 25.000 km in Africa l'unico Paese nel quale ha percepito del razzismo è stato il Sud Africa, la meta finale del suo itinerario lungo la costa occidentale del Continente Nero.

Filippo racconta il lungo viaggio in bicicletta che dall'Italia lo ha portato a percorrere piste in mezzo al deserto, sentieri nella foresta e strade asfaltate.

Adoro il momento in cui l'idea di un viaggio si sigilla nella mia mente, l'adrenalina che mi pervade

Il racconto è molto bello e non vengono mai narrati i luoghi che sono famosi per il turismo, per la verità quasi tutti i Paesi che attraversa non sono mete classiche di viaggio ma frequentate piuttosto da chi si mette in strada per spirito di avventura, per vivere la realtà locale, bella o brutta che sia.

Incontra le prime difficoltà in Marocco, passando in una pista nel deserto, e quello che mi ha colpito favorevolmente nel suo racconto è l'estrema ospitalità che trovato quasi ovunque, molte persone che hanno condiviso con lui i loro scarsi pasti o l'acqua.

Il suo viaggio è durato quasi due anni. Si è fermato più a lungo in alcuni posti per riposarsi, per riparare la bici o per stare in compagnia di nuovi amici.

Il primo incontro con un italiano avviene in Mauritania dove un romano si è trasferito in mezzo al nulla.

L'isolamento e la solitudine delle città svuota l'anima. Il nostro silenzio, la riempie.

In Mauritania, un Paese che vorrei visitare, l'ospitalità e la condivisione sono fondamentali.

L'ospitalità è sacra, promossa nella Bibbia così come nel Corano.

Leggendo questo racconto di viaggio in Africa si apprendono molte cose. Sapevate che gli anacardi sono un frutto molto colorato ma che hanno all'interno un olio caustico, persino letale? Per cui meglio non toccare nessuna pianta se non si conosce!

Filippo scrive che i primi chilometri percorsi in nuovo Paese sono per lui il preambolo di come saranno i giorni seguenti e devo dire che le sue sensazioni sono sempre giuste, sia per quanto riguarda le condizioni delle strade l'ospitalità della gente e il rapporto con la polizia locale.

arco spitzkoppe in Namibia
Io sotto arco Spitzkoppe in Namibia

Nel suo viaggio ha attraversato Paesi dei quali sentiamo poco parlare come la Guinea Bissau che è considerata il primo narco-Stato al mondo perché da qui passa quasi tutto il traffico di droga proveniente dal sud America.

In Guinea scrive:

per l'Occidente il tempo è denaro

Si domanda se stia meglio chi cerca la felicità comprandosi auto oppure vestiti o chi ha il minimo necessario per una vita dignitosa e passa il tempo a ridere e scherzare.

Io ho la mia risposta perché non m'interessano le cose materiali ma vivere esperienze, cosa che mi accomuna molto a chi sceglie di lasciare tutto e cerca di vivere ogni giorno al meglio.

Mentre leggevo il racconto di viaggio All'orizzonte un toubabou ho sottolineato tantissime frasi che sintetizzano quello che Filippo ha pensato del Paese che stava attraversando e che rimandano anche alla storia recente.

In Nigeria ha sentito cosa significa essere esclusi, non si è sentito benvoluto. Questo è il primo Paese al mondo per la pirateria marittima e terzo per rischi attentati terroristici e mentre passava nei villaggi ha visto persone scappare per timore di lui e non si sente sicuro.

Per la prima volta decide di prendere un bus e allontanarsi da una regione che non è per nulla ospitale.

Arriva così in Camerun dove contrae la malaria e deve farsi curare in una missione dove trova una suora italiana.

La sua guarigione sarà lunga ma dopo riprenderà la sua bicicletta per attraversare altri Paesi compresa l'Angola, la sua preferita perché bella e la gente ha un magnifico sorriso.

Sono rimasta stupita nel leggere questo perché, da quello che sapevo, è considerata un Paese molto pericoloso, ma forse sarà rischiosa solo la capitale?

Leggere questo racconto di viaggio è un modo per conoscere tanti Paesi che non vedremo mai o che vorremo visitare.

L'unico nel quale sono stata è la Namibia che è uno dei più turistici e nel suo racconto ho ritrovato molti luoghi che ho visitato.

Un libro che consiglio a chi ama viaggiare anche solo leggendo il racconto di chi ha vissuto un'esperienza estrema ma bellissima. Quello che manca sono le fotografie ma è talmente bravo nel narrare ciò che vede coi propri occhi che non se ne sente la necessità.

Non pensate che siano poche le persone che decidono di fare questi viaggi in bici perché lungo la strada ne ha incontrati tanti. Certo ci vuole un gran spirito di adattamento perché non è facile dormire quasi sempre in tenda e portarsi dietro tutto il necessario per sfamarsi per giorni, nel caso non si trovasse nulla lungo la strada.

Titolo: All'orizzonte un toubabou
Autore: Filippo Graglia
Anno: 2020
Editore: Self Publishing
Pagine: 339


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