13 gennaio 2021

Gente di Dublino: recensione dei racconti di Joyce

Gente di Dublino è una raccolta di quindici racconti scritti da James Joyce con lo pseudonimo di Stephen Daedalus per il settimanale The Irish Homestead tra il 1904 e il 1907.

La raccolta dal titolo originale Dubliners è stata poi pubblicata nel 1914 dopo che venne rifiutata da ben 22 case editrici che non seppero apprezzare la bravura di questo grande scrittore noto per l'opera Ulisse.

Gente di Dublino: recensione dei racconti di Joyce


Gente di Dublino: la recensione

Joyce ha scritto 15 racconti molto realistici che non sono collegati l'uno all'altro seppure le storie abbiano elementi in comune.

Ogni racconto di Gente di Dublino è lungo circa una decina di pagine, eccetto alcuni più lunghi come l'ultimo che è di una cinquantina.

Nei racconti si vedono gli abitanti di Dublino nella loro vita quotidiana e l'autore mette in evidenza alcuni aspetti della società che ritiene siano sbagliati e provochino un'apatia.

Molti personaggi sono mediocri e impotenti di fronte alla vita, altri vivono reprimendo le proprie emozioni e i loro desideri cercando di condurre un'esistenza rispettabile ma infelice.

Ritrovo questi comportamenti anche oggi in molte persone che preferiscono una vita mediocre piuttosto che seguire i propri sogni, forse molti dovrebbero leggere opere come Siddharta oppure Safari, il viaggio di una donna che cerca la felicità.

Per la verità alcuni racconti non mi sono chiari, anzi spesso le storie sembrano rimanere in sospeso perché i protagonisti continuano la loro vita, fatta di fallimenti, rinunciando anche alla speranza di poter cambiare.

Alcune storie mi sono apparse piuttosto tristi e melanconiche anche perché la morte sembra aleggiare sopra a tutto. Proprio la morte è la protagonista del racconto che più ho trovato ricco di sfaccettature e riuscito, ovvero I morti, dal quale è stato tratto un film.

L'autore descrive molto bene i caratteri dei personaggi che troviamo nei vari racconti: bambini, adolescenti, adulti e anziani, ma anche le case nelle quali vivono che possono rivelare molte cose di loro.

L'intento di Joyce era quello di evidenziare come le convenzioni sociali impedissero alle persone di esprimersi liberamente in maniera particolare su tematiche come la religione e il patriottismo.

Uno dei racconti che più mi sono piaciuti è Eveline nel quale una giovane ragazza rinuncia a partire con il suo amore per l'America per rimanere ad accudire il padre tiranno e il fratello, come aveva promesso alla madre morente.

Mi ha messo molta tristezza perché penso che sia encomiabile sacrificarsi per la propria famiglia ma allo stesso modo bisognerebbe aspirare a una vita felice e all'amore.

Un altro bel racconto è I morti che si svolge durante una festa da ballo in una fredda serata dublinese. Qui la morte è presente in molti personaggi, perché malati o anziani, ma anche nel ricordo di un amore perduto che rimane vivo più di quello attuale.

I racconti sono particolari ma la maggior parte non mi ha lasciato nulla, anzi alcuni sono, secondo me, noiosi e quando la lettura non mi appassiona è un brutto segno.

Penso che proverò a leggere l'opera più famosa di Joyce per vedere se effettivamente sia uno scrittore meritevole.

Titolo: Gente di Dublino (Dubliners) Autore: James Joyce Anno: 1914 Editore: Giunti Demetra Pagine: 258


Nessun commento:

Posta un commento

Prima di commentare ti invito a leggere la Privacy Policy del blog per l'accettazione.