3 luglio 2020

Il Maestro e Margherita: satira dello stalinismo

Il Maestro e Margherita è la più importante opera dello scrittore russo Bulgakov ed è considerata un capolavoro.
Il romanzo, riscritto più volte dall'autore, è stato pubblicato postumo.
Nonostante l'opera sia ricca di significati e sia una satira del regime stalinista non sono riuscita ad apprezzarla.
Ho faticato molto a leggere la parte centrale.

Il Maestro e Margherita: satira dello stalinismo


Il Maestro e Margherita: recensione


I primi capitoli del romanzo il Maestro e Margherita mi sono piaciuti tanto, sia per l'originalità sia per il parallelismo con la storia di Gesù, ma poi, quando sono entrati in scena tutti quei personaggi improbabili e la storia è diventata troppo allegorica e irreale, per me è risultata pesante.

Il racconto inizia con l'incontro tra il presidente della Massolit, una associazione di letterati, Michail Aleksandrovic Berlioz, il giovane poeta Ivan Nikolaevic Ponyrev e un forestiero esperto di magia nera che si chiama Woland.

Quest'ultimo rivela ai due che Gesù è realmente esistito e svela a Berlioz particolari della sua morte. Berlioz lo prende per pazzo e, mentre cerca aiuto, cade sulle rotaie del tram e muore come gli era stato preannunciato.

Ivan racconta l'accaduto ma, creduto folle, viene rinchiuso in manicomio dove incontra uno scrittore, il Maestro, che dice di aver bruciato un libro su Ponzio Pilato e di aver lasciato la sua amante.

Nel frattempo Woland, che sarebbe Satana, si stabilisce nell'appartamento di Berlioz assieme ai suoi compari, ovvero il gatto Behemot, il maggiordomo Korov'ev, chiamato anche Fagotto, e il servo Azazello.

Woland riesce a eseguire a teatro un numero di magia nera che crea scompiglio in tutta Mosca.

Nella seconda parte del romanzo entra in scena la bella Margherita, sposa infelice, che è sempre più diperata perchè da tempo non vede il suo amato Maestro.
Viene avvicinata da Azazello e, trasformata in strega, è protagonista di un'incredibile storia.

Il romanzo inizia molto bene e risulta molto avvicente per gli originali personaggi e l'ambientazione e fin dall'inizio si deduce come possa essere una satira nei confronti del regime stalinista degli anni '30.
Oltre a questo è anche una satira nei confronti dei letterati della Massolit ritratti come mediocri, ipocriti e dediti ai piaceri in locali esclusivi, proibiti alla gente comune.
La satira politica mi ha ricordato La fattoria degli animali di Orwell, un bel libro che consiglio di leggere visto che non dobbiamo mai, per nessuna ragione, accettare limitazioni alla democrazia.

Molto bello il parallelismo col romanzo su Pilato che è anche un riferimento alla vita dello stesso Bulgakov perchè anche lui aveva bruciato proprio quest'opera per non essere vittima delle persecuzioni del regime.

Bello pensare però che i manoscritti non brucino mai e che possano essere recuperati per poter essere letti, come accadde al romanzo del Maestro.

Secondo me la parte più interessante è proprio la storia di Pilato che commette il peccato più grave, secondo l'autore, ovvero la viltà.
Ero curiosa di vedere come Bulgakov raccontasse la storia di Gesù che viene ritratto diversamente rispetto ai Vangeli: un predicatore mite con un solo seguace, Levi Matteo, che trafugherà il suo corpo dalla croce.

Molto pesante invece tutta la parte che riguarda Woland e i suoi compari impegnati a ipnotizzare la gente, a trasformarla in animali, a fare spettacoli improbabili, ma che si spiegano se si pensa che loro sono demoni.
Non si mostrano, però, come figure spaventose ma piuttosto buffe nell'aspetto e con atteggiamenti che fanno sorridere.

Capisco che vogliano rappresentare l'antitesi tra razionale e irrazionale, verità e illusione ma proprio non sono riuscita ad apprezzare le pagine nelle quali erano i protagonisti indiscussi.

Comunque non mi dispiace di aver letto questo romanzo per conoscere un autore molto importante del '900.

Titolo: Il maestro e Margherita (Мастер и Маргарита)
Autore: Michail Bulgakov
Anno: 1967
Editore: Einaudi
Pagine: 408

2 commenti:

  1. Ciao :) nonostante ami molto i russi, questo è un romanzo che non sono mai riuscita a leggere, ne ho letto una o due pagine e non sembrava davvero nelle mie corde.
    Amo molto Dostoevskji, te lo consiglio tanto.
    A presto
    Sara

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    Risposte
    1. Io termino sempre i libri, anche se non mi piacciono perché spero migliorino sul finale. Di Dostoevskji ho letto soltanto Il giocatore ma mi mancano tutti i suoi capolavori.

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