30 marzo 2019

La coscienza di Zeno: il dramma esistenziale

La coscienza di Zeno di Italo Svevo è un romanzo che racconta il dramma dell'uomo moderno rivelando le sue miserie e le sue debolezze.

L'ho letto diversi anni fa apprezzando il suo il modo di raccontare il dramma esistenziale di un uomo che all'inizio si ritiene debole, ma alla fine capisce di essere stato privilegiato avendo conosciuto l'amore.

La coscienza di Zeno: il dramma esistenziale



La coscienza di Zeno: la trama


Il protagonista è Zeno Cosini, un anziano commerciante triestino che entra in analisi da uno psicoterapeuta. Per spiegare i suoi problemi inizia a scrivere il racconto della sua vita.
Cresciuto in una famiglia di benestanti commercianti, già a vent'anni è vittima del fumo e inizia a fare propositi di non fumare, segnando meticolosamente la data di ogni ultima sigaretta.

Ogni volta ricomincia a fumare e riversa sul fumo la colpa della sua incapacità e della sua debolezza.
Alla morte del padre cade in uno stato di prostrazione perché era sempre vissuto per dare soddisfazione al padre, che è morto pensando che lui fosse un debole.
Gli affari di famiglia vengono continuati dall'Olivi, Zeno passa il suo tempo girovagando per la città nell'inezia e inizia la sua serie di malattie, poco reali ma piuttosto frutto della sua mente. Se un amico ha male a una gamba anche lui inizia a zoppicare, per ogni dolore che sente pensa di dover morire presto.

Un giorno conosce un ricco uomo d'affari, Malfenti, e inizia a frequentare la sua casa.
L'uomo ha quattro figlie. Zeno s'innamora della bella Ada, che però non accetta di sposarlo, perciò chiede la mano all'altra sorella Alberta, troppo giovane per impegnarsi, l'altra sorella Augusta, leggermente strabica e poco attraente accetta, perché innamorata di lui.
Da subito Zeno inizia ad amarla, perché è un'ottima moglie, casalinga, confidente e sua alleata.

Zeno la tradisce per circa un anno con la giovane e bella cantante Clara, alla quale lascia credere di non amare la propria moglie.
Ada nel frattempo si è sposata con Guido Speier, ottimo violinista ma pessimo commerciante.
Guido e Zeno iniziano a collaborare in una ditta ma, non avendo esperienza diretta di commercio, perdono parecchi soldi.
Guido deve chiedere alla moglie un prestito e Ada cade in crisi depressiva, la sua bellezza si appassisce, tanto più che sospetta che lui la tradisca con la segretaria.
Zeno cerca in tutti i modi di far ragionare il cognato, sempre più deciso a rischiare il suo denaro anche in Borsa.
Alla fine del romanzo troviamo Zeno guarito, perché si sente privilegiato di fronte a tanti martiri e perfettamente sano.

La sua vita era stata più bella di quella dei sani, perché era sempre stato accompagnato dall'amore, quando non pensava alla sua donna vi pensava per farsi perdonare di pensare a un'altra.
Nei suoi tradimenti non aveva alcun segno di rimorso e cercava di cancellarne ogni traccia, pensando che le cose che nessuno sa e che non lasciano traccia non esistano.

La coscienza di Zeno: la recensione


Già nelle prime pagine questo romanzo non mi ha entusiasmato, anzi ho faticato a leggerlo perché ho trovato il protagonista piuttosto noioso, indeciso e debole.
Devo però riconoscere una certa ironia nel protagonista, che lo rende simpatico e ben accetto a tutti, soprattutto per la sua capacità di raccontare storie arricchendole di particolari decisamente inventati.
Solo nella seconda metà del libro la trama ha lasciato la monotonia delle considerazioni di Zeno sul fumo, sulle sue malattie, sui suoi amori, per arricchirsi di nuovi e tragici sviluppi.
Nella parte finale la noia ha di nuovo prevalso, lasciando solo lo spazio per considerazioni apocalittiche sulla fine del genere umano, che pensa al progresso ma non alle possibili conseguenze.

Questo romanzo si può considerare esistenzialista perché indaga a fondo nell'animo del protagonista, a mio avviso un uomo debole che si lascia trasportare dagli eventi e incapace di prendere decisioni definitive. Emblematico il suo rapporto con le donne, chiedere in una sera la mano a tre donne, per di più sorelle, mi sembra troppo.
Anche nella sua relazione con la cantante sembra lasciarsi trasportare dagli eventi, prima la lega a sé con il suo denaro, poi è geloso dell'altro uomo che la vorrebbe sposare e vorrebbe lasciare la moglie, ma la decisione finale rimane alla giovane.
La storia delle sua malattie immaginarie è lunga e noiosa, ma chi si lamenta sempre degli acciacchi vive cent'anni.
Eppure Zeno, con tutte le sue debolezze, ha l'animo buono, è capace di aiutare il suo amico Guido in difficoltà e la famiglia, che all'inizio non lo stimava, lo inizia ad apprezzare. Persino Ada gli è riconoscente, anche se crede sempre che lui non l'abbia dimenticata e che si aspetti di vedere ricambiato il suo amore.

Riconosco la bravura dell'autore ma proprio non mi è piaciuto e non è il primo romanzo famoso ad avermi deluso, non soddisfacendo le mie aspettative.

La lingua del libro è un italiano antico, Svevo fa largo uso di verbi al passato remoto, che appesantiscono la lettura e la rendono poco scorrevole.
In definitiva non mi è piaciuto molto questo romanzo e non credo che leggerò altro di questo autore, lontano dal mio modo di pensare e che racconta avvenimenti pedantemente e senza suscitare alcuna emozione nel lettore.

L'autore


Italo Svevo è lo pseudonimo di Aron Hector Schmitz, nato a Trieste nel 1861, da madre italiana e padre tedesco. In casa parlava il tedesco, mentre nel resto della città si parlava il dialetto triestino, perciò la lingua resto per lui un problema.
Il padre era un ricco commerciante di religione ebraica che lo contrastò nella sua passione letteraria e lo spinse a trovare lavoro in banca.
Pur nell'indifferenza del pubblico e della critica riuscì a pubblicare diversi romanzi, ma la sua amicizia con l'inglese Joyce, insegnante in una scuola della città, lo incoraggiò a continuare a scrivere. Dopo aver letto questo libro gli scrisse:
Questo è di gran lunga il suo più bel libro. Due aspetti mi hanno particolarmente colpito: non avrei mai pensato che il fumo potesse dominare una persona a quel modo; secondo: il trattamento del trascorrere del tempo nel romanzo.
In seguito Montale ne capì la grandezza e alcune riviste scrissero recensioni favorevoli.
Morì in un incidente automobilistico nel 1928, lasciando tre romanzi e alcune commedie in dialetto triestino.

Titolo: La coscienza di Zeno
Autore: Italo Svevo
Anno: 1923
Editore: Newton Compton
Pagine: 345

1 commento:

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