12 settembre 2018

Neve: il primo romanzo politico di Pamuk

Ho letto qualche anno fa Neve di Orhan Pamuk perché volevo conoscere tutti gli scrittori insigniti del Premio Nobel per la letteratura.

Pamuk è stato il primo turco a ricevere questo prestigioso riconoscimento e proprio Neve, scritto nel 2002, è stato il suo primo romanzo politico che racconta il conflitto tra islamismo e occidentalismo in Turchia.

Neve (titolo originale Kar) è ambientato in una cittadina situata al confine tra Turchia, Georgia e Armenia.

Neve: il primo romanzo politico di Pamuk


Neve di Orhan Pamuk



Neve racconta il ritorno in patria del poeta Ka esule in Germania da dodici anni. Il suo viaggio lo porta nella povera cittadina di Kars dove si abbatte una tormenta di neve che blocca tutte le strade e isola la città per alcuni giorni, nei quali il destino di molte persone sarà segnato.
La città in passato ha conosciuto molti dominatori: armeni, russi, ottomani, turchi e conserva nell'architettura il ricordo di tanti popoli differenti, pur essendo ormai in decadenza e senza speranze di risollevare le sue sorti.
Kars è una delle città più povere del paese, il tasso di disoccupazione è molto elevato e sembra che tutti passino ore e ore nelle sale da tè.

Agli abitanti di Kars era accaduto ciò che di peggio poteva loro succedere avevano accettato la sconfitta con la vita e si erano abituati alle ingiustizie del mondo.

Per questo quando arrivano in Europa non sono ben visti, secondo di diverse persone sono considerati senza cervello, pigri, sporchi, incapaci e invece di averne pena si ride di loro.
Le loro usanze e abitudini vengono considerate ridicole, poi capita che si pentano e le trovino interessanti e considerino i turchi uguali a loro perché non si ribellano e fanno i lavori più umili e schifosi, ma non sono stupidi, sono solo poveri!

Negli ultimi mesi ci sono stati diversi suicidi di giovani donne, apparentemente inspiegabili, ma alcuni vorrebbero dare a questi fatti una valenza politica. Infatti, nella Turchia moderna che vuole avvicinarsi all'Europa le donne non possono portare il velo nelle scuole e una di loro sembrerebbe che per questo motivo si sia suicidata.
I motivi dei suicidi possono essere molteplici: la disoccupazione, il carovita, il malcostume, la miscredenza ma principalmente la disperazione, però sembra che ricondurre tutti i suicidi a questioni religiose sia più semplice.
Per le donne il velo rappresenta l'amore per Allah, il desiderio di purezza e negare loro di portarlo è una forma di violenza.
Il potere dello stato laico deve prevalere su quello religioso?
Si, ma va lasciata libera di scelta alle persone, che danno può fare una donna col velo a un paese veramente democratico? Ma la Turchia è democratica?

In Turchia prima la polizia politica schedava le persone di sinistra e i democratici ora i filo - islamici, per prevenire episodi di terrorismo, per farsi vedere democratica, ma le persone ritenute pericolose vengono sorvegliate, schedate e si arriva persino alla tortura.

Ka dice di essere andato lì per raccontare le sofferenze del popolo turco e scriverne al suo ritorno su un giornale tedesco, ma in realtà si trova in città per ritrovare la donna che ha sempre amato, ora separata dal marito.
Durante una rappresentazione teatrale avviene una sorta di colpo si stato, capeggiato dall'attore protagonista Sunay Zaim, un tempo molto famoso in Turchia, con l'aiuto dell'esercito.
In questi giorni di isolamento della città Ka teme per al sua vita, perché si ritiene ateo e alcuni integralisti potrebbero ucciderlo, ma nell'atmosfera della città ritrova il bisogno di pregare e si avvicina nuovamente alla fede.
Ka corteggia assiduamente la sua amata Ipek e sembra che tra i due la passione possa diventare amore, pur vivendo in continuo pericolo nei giorni del colpo di stato.
A Kars si trova anche Blu, considerato un pericoloso terrorista ricercato dalla polizia per omicidi che nega di aver commesso, innamorato della sorella di Ipek, la giovane Kadife, una delle ragazze che portano con orgoglio il velo.
Nel paesaggio ammantato di neve Ka trova l'ispirazione e inizia a scrivere poesie, che non aveva più scritto da esule.
Il poeta felice troppo a lungo diventa banale, se è infelice troppo a lungo non trova la forza per far vivere al sua poesia
Ma sembra che il popolo turco sia un popolo di poeti, molti si dilettano in questa arte o nella prosa e sperano di vedere pubblicate le loro opere sulle riviste specializzate.

Il libro fa conoscere una realtà molto diversa dalla nostra e per questo interessante, ma nel complesso ho trovato la lettura abbastanza pesante.
La prima parte è molto più scorrevole, mentre nella seconda si dilunga troppo nel racconto e toglie dinamicità alla storia.
Anzi non capisco perché anticipi fatti successivi togliendo al lettore la sorpresa di ciò che accadrà.

Nel complesso è un buon libro, che fa conoscere vari punti di vista sulla religione, le tradizioni, la politica, il potere.
Sembra sconcertante che la popolazione viva costantemente sorvegliata e che ci siano molti disposti a fare la spia per i vari organi dello stato, a volte in conflitto tra loro. Ci sono la polizia, la polizia segreta, l'esercito e tutti usano metodi barbari per persuadere la gente a collaborare e a denunciare gli altri.
Il giornale della città pubblica quello che la polizia vuole, anzi sembra strano ma viene stampato prima che i fatti accadano, perché le cose devono andare come loro vogliono.
Il candidato a sindaco è stato da poco ucciso da un integralista e la storia dei suicidi sembra portare in città sventura.
I turchi descritti nel romanzo non sembrano avere le idee chiare su quello che vogliono, ci sono integralisti, democratici, comunisti, ma l'unico che sembra avere un po' di buon senso è il padre di Ipek, che vorrebbe solo la fine della violenza.

Il protagonista è un quarantenne che non ha mai dimenticato la donna che amava e che vede raggiunta la felicità tra le sue braccia, pur temendo di vederla svanire da un momento all'altro. Sarà proprio il suo comportamento, dettato dalla gelosia, a far svanire la possibilità di una vita assieme a lei.

Le donne raccontate nel libro sono molto libere ed emancipate rispetto a quelle di altri paesi di religione musulmana, per molte cose sono simili alle europee. Il padre di Ipek ha sempre lasciato libertà di scelta alle figlie, lui è ateo, e si ritrova in casa la figlia Kadife fervente sostenitrice del velo. Pur portando questo simbolo di purezza però ha una relazione intima con Blu, cosa un po' discutibile secondo la religione musulmana.

Breve biografia di Pamuk


Lo scrittore Orhan Pamuk, il cui nome significa cotone, ha ricevuto il premio nobel per la letteratura nel 2006.
Nato nel 1952, ha studiato al liceo americano di Istanbul per laurearsi poi in giornalismo nel 1977. Dal 1985 al 1988 è ospite della Columbia University a New York, per poi tornare in patria, dove rifiuta il titolo di "artista di Stato". Nel 2005 è stato incriminato per alcune dichiarazioni fatte a una rivista svizzera sul genocidio degli armeni, ma l'accusa è stata sospesa per l'attenzione destata all'estero.
Il suo primo romanzo è del 1974 ma solo nel 1990 con il romanzo Il libro nero raggiunge il successo grazie alla notevole complessità e ricchezza narrativa.
Nel 1995 Pamuk è tra un gruppo di autori e scrittori sotto processo per aver criticato, in una serie di saggi, la politica del governo turco nei confronti dei kurdi
Nel 2000 con la pubblicazione di Il mio nome è rosso, romanzo ambientato nella Istanbul del XVI secolo, la sua reputazione all'estero cresce notevolmente.

Titolo: Neve (Kar)
Autore: Orhan Pamuk
Anno: 2002
Editore:Einaudi
Pagine: 468

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