12 dicembre 2025

La casa in fondo alla strada: segreti dietro la facciata

La casa in fondo alla strada è una storia che inizia in sordina e che trascina lentamente in un vortice di inquietudine

Karen McQuestion ha scritto un romanzo, non si può definire thriller, nel quale la tensione nasce dal sospetto e dalla domanda più semplice e più disturbante di tutte: quanto conosciamo davvero i nostri vicini?


La casa in fondo alla strada recensione thriller


La casa in fondo alla strada: la recensione

È una notte di gennaio, gelida e silenziosa. Sharon Lemke osserva un'eclissi di luna dal cortile di casa quando, quasi per caso, nota qualcosa di strano nella casa accanto: una bambina, in piedi al lavello, che lava i piatti nel cuore della notte. Un dettaglio che sembra insignificante, se non fosse per un particolare agghiacciante: i Fleming, i vicini di Sharon, hanno solo un figlio adolescente.

All'inizio Sharon cerca una spiegazione razionale — un errore, un gioco di luci, magari l'immaginazione — ma quella visione continua a tormentarla. Quando poi anche Niki, la diciottenne che vive temporaneamente con lei, inizia a notare movimenti sospetti nella casa accanto, l'inquietudine si trasforma in certezza: qualcosa non va.

Su consiglio di Amy, la figlia avvocato, chiama i servizi sociali, ma Sharon e Niki decidono di indagare da sole. Ed è allora che la verità emerge, lentamente, come una ferita che si apre. La bambina esiste. Si chiama Mia e vive prigioniera in una realtà fatta di silenzi, paura e manipolazione.

La storia si sviluppa intrecciando due famiglie, due mondi diversi che lentamente convergono verso un'unica, scomoda verità.


Non aspettatevi un thriller tradizionale fatto di inseguimenti e omicidi: qui il vero orrore è psicologico, domestico, quotidiano.

Questo libro, acquistato su Amazon, mi ha catturata soprattutto per la sua atmosfera: una tensione costante che cresce pagina dopo pagina senza mai esplodere davvero, ma restando appiccicata addosso come un presagio. Il ritmo è serrato, la scrittura semplice ma efficace, pensata per far voltare pagina senza accorgertene, ma non ai livelli del libro La mia prediletta.

I personaggi sono l'anima del romanzo. Sharon e Niki sono persone normali che diventano straordinarie proprio perché decidono di non voltarsi dall'altra parte. Accanto a loro, spicca Suzette Fleming, antagonista disturbante e perfettamente costruita: una manipolatrice sottile, feroce nella sua apparente normalità. Una donna che comanda tutti in casa e che si mostra presuntuosa in ogni circostanza.

Non tutto è perfetto. Alcuni passaggi risultano prevedibili e certe dinamiche avrebbero potuto essere sviluppate con maggiore profondità. In alcuni momenti la storia sfiora l'inverosimile, e chi ama i thriller più complessi potrebbe trovare la trama troppo lineare. Ma ciò che il romanzo perde in suspense tecnica lo guadagna in coinvolgimento emotivo.

La casa in fondo alla strada non è un romanzo per chi cerca sangue e colpi di scena estremi, ma per chi ama le storie che scavano nell'animo umano. È un libro che parla di coraggio silenzioso, di infanzie spezzate, di quanto possa costare scegliere di fare la cosa giusta. E soprattutto, lascia un messaggio raro in questo genere: alla fine, nonostante tutto, un filo di luce resta.

Mia è una bimba piccola e appare poco credibile che possa fare tanti lavori in casa come una colf e che, nel contempo, abbia potuto imparare da sola a leggere. Nel contempo, anche il personaggio di Niki appare poco verosimile perché si dimostra più matura della sua età e molto responsabile, nonostante abbia avuto un'infanzia difficile con storie di affido finite male.


Titolo: La casa in fondo alla strada (The Moonlight Child)
Autore: Karen McQuestion
Anno: 2020
Editore: Newton Compton Editori
Pagine: 390

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