Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij è un breve racconto che affascina per la sua intensità emotiva e la profondità psicologica dei suoi personaggi. Pubblicato per la prima volta nel 1848, il romanzo verrà poi modificato in parte dopo il ritorno dell'autore dal periodo di deportazione in Siberia.
Il libro esplora temi di solitudine, desiderio e speranza, portando il lettore in un viaggio attraverso le angosce e le illusioni di un giovane sognatore.
Le notti bianche: recensione
L'opera prende il nome dal periodo dell'anno noto col nome di notti bianche nel quale il sole tramonta dopo le 22 lasciando perciò molto tempo per le passeggiate lungo i viali della città di Pietroburgo.
Come in altre opere dell'autore, anche questa è narrata in prima persona da un uomo senza nome di cui conosciamo solo i pensieri.
Le notti bianche, romanzo acquistabile online, ha come protagonista un giovane che, mentre gira per la città, incontra Nasten'ka che racconta di vivere assieme all'anziana nonna in attesa del ritorno del ragazzo del quale è innamorata.
Il misterioso uomo e la giovane s'incontrano nelle sere seguenti a patto che lui non s'innamori, cosa che avviene.
Il romanzo di Dostoevskij racconta di un amore non corrisposto che rimane sospeso tra sogno e realtà in quanto i due protagonisti idealizzano molto i loro sentimenti. La ragazza aspetta la dichiarazione dell'uomo che ama, mentre il misterioso passeggiatore notturno spera che lui non si faccia vivo, temendo che i suoi sentimenti non vengano ricambiati.
Una storia di amori disillusi e idealizzati che mettono in risalto la solitudine dei protagonisti che vivono sentimenti contrastanti
Ho trovato molto interessante la postfazione di Serena Prina che racconta la vita di Dostoevskij e le sue opere inserendole nel contesto letterario e politico dell'epoca.
Le notti bianche andrebbe letto dopo la postfazione per comprendere appieno l'intento dell'autore di far risaltare il meglio della città che è stata per lui fonte d'ispirazione per le sue opere che all'inizio influenzate da quelle di Gogol' e di Schiller.
Pietroburgo, fin dalla sua fondazione, aveva rappresentato un mito a livello letterario e ideologico. Venne costruita su una palude e la sua architettura si contrapponeva a quella moscovita.
Cronaca di Pietroburgo: recensione
Il secondo romanzo di queste edizione digitale, Cronache di Pietroburgo, è un breve racconto che esplora temi come la miseria sociale, l'alienazione e le difficoltà esistenziali, tipiche della tematica dell'autore.
Un giovane uomo senza nome, dopo aver vissuto un periodo di difficoltà economiche e esistenziali, decide di abbandonare la sua vita precedente e di reinventarsi come osservatore delle disfunzioni della società di Pietroburgo.
L'uomo, appartenente alla classe media, è un personaggio alienato che si sente estraneo al mondo che lo circonda che diventa consapevole della sua solitudine e della sua condizione di emarginazione sociale. La città di Pietroburgo diventa una sorta di simbolo della disperazione e dell'incertezza del protagonista che osserva passivamente il mondo che lo circonda, incapace di trovare una via d'uscita dalla sua sofferenza.
Cronaca di Pietroburgo è una riflessione sulla condizione dell'individuo nella società moderna, anticipando alcune delle tematiche che Dostoevskij esplorerà in modo più approfondito nelle sue opere successive.
Rispetto al romanzo precedente, questo risulta più difficile da leggere a causa della complessità dei pensieri del protagonista, che, come si comprende dopo aver letto la postfazione, appare come l'alter ego dello scrittore, il quale ha vissuto una vita segnata da alti e bassi.
Titolo: Le notti bianche - La cronaca di Pietroburgo (Белые ночи, Belye Noči)
Autore: Fëdor Dostoevskij
Anno: 1848
Editore: Feltrinelli Editore
Pagine: 136
Nessun commento:
Posta un commento
Prima di commentare ti invito a leggere la Privacy Policy del blog per l'accettazione.