27 gennaio 2023

Diario di un gringo zapatista

Carlo De Pascalis è un viaggiatore zaino in spalla che fa volontariato e in questo libro racconta i giorni trascorsi in un villaggio del Chiapas come osservatore dei diritti umani per conto dell'ONG Frayba.

Diario di un gringo zapatista è un racconto che non lascia indifferenti e che porta all'interno di una comunità di contadini che vivono in pace e sono contrari a ogni forma di violenza.

Oltre che con l'estrema povertà, devono vedersela con i loro vicini che cercano in ogni modo di appropriarsi delle loro terre che sono l'unica fonte di sostentamento.


Diario di un gringo zapatista


Diario di un gringo zapatista

Carlo assieme ad altri volontari arriva nel villaggio di Nuevo Poblado San Gregorio che si trova a poca distanza da San Cristóbal de Las Casas, una località molto frequentata da turisti di tutto il mondo e che sembra lontana anni luce da questa realtà.

In questo breve libro si legge il resoconto dei 15 giorni che ha trascorso nel villaggio indigeno e per la sicurezza di queste persone ha cambiato i loro nomi ed evitato di raccontare alcuni particolari.

All'inizio si fatica a capire chi siano gli invasori che minacciano la loro proprietà e che, nottetempo, erigono recinti di filo spinato.

Gli abitanti del villaggio e gli osservatori fanno i turni per controllare la situazione in quella che appare come una prigione a cielo aperto.

I zapatisti prendono il nome dal comandante che combatté per la restituzione delle terre che erano state portate vie dai latifondisti. Più di recente l'EZLN, l'esercito zapatista di liberazione nazionale, ha creato un nuovo movimento per ottenere diritti negati agli indigeni, primo su tutti quello alla terra, rifiutando la globalizzazione.

Dopo trattative, il governo riconosce l'autonomia legislativa alle popolazioni indigene ma questi accordi non sono mai stati rispettati. 

Il Frayba è un'organizzazione civile che monitora da vicino la situazione e in concreto, sino a qualche tempo fa, mandava volontari nelle comunità indigene.

Questa piccola comunità vive in casupole con veramente poco e porta avanti la Resistenza perché gli invasori si sono appropriati della scuola più grande, di quasi tutti i terreni tanto che dei 158 ettari iniziali ne sono rimasti solo 2, e persino del laghetto dove prima pescavano.

Per noi è difficile comprendere quello che sta succedendo in questo villaggio e quello che possiamo fare è rendere pubblica questa questione di vitale importanza non solo per i diretti interessati ma per tutti noi che vogliamo lottare contro ogni forma di oppressione.

L'autore del libro nel periodo di volontariato che ha trascorso lì, temendo anche per la sua stessa incolumità, è stato testimone diretto di quello che accade e dell'amore viscerale di queste persone per la Madre Terra. Assieme ad altri 4 osservatori ha documentato tutto e racconta come i diritti umani qui non esistano.

Nella piccola comunità sono rimaste solo sei famiglie e ci sono soltanto un laboratorio di cucito, un market, una piccola scuola e la chiesa. Uscire dalla zona sicura è pericoloso perché sono presenti gli invasori armati.

Mangiano tortillas di mais e fagioli e poco altro che cucinano sul fuoco, non c'è corrente elettrica e la vita sembra scorrere al ritmo della natura e tra antiche credenze maya che s'intrecciano con il Cristianesimo.

Posso solo invitare a leggere questo racconto di sofferenza ma di tanta speranza anche per contribuire all'opera di questa associazione di volontari che cercano di tutelare la comunità. Una parte del ricavato delle vendite viene devoluto alla causa.

Trovate il libro su Amazon e suggerisco la lettura anche a chi sta programmando un viaggio in Chiapas perché andando come turisti non si viene a conoscenza di questa tremenda realtà.

Ringrazio l'autore per la copia omaggio.

Titolo: Diario di un gringo zapatista
Autore: Carlo De Pascalis
Anno: 2022
Editore: Independently published
Pagine: 130

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