Franz Kafka nacque a Praga da una famiglia ebrea e il racconto Le metamorfosi fu una delle sue opere più celebri.
Scelse di scrivere nella lingua del padre utilizzando perciò un tedesco senza inflessioni dialettali, che fu costretto a imparare fin da bambino, per togliere ogni traccia delle sue origini ebraiche.
Il racconto può apparire complesso per la storia grottesca ambientata in un'epoca nella quale le apparenze erano importanti.
Le metamorfosi: la trama
Gregor Samsa è un commesso viaggiatore che, dopo il fallimento dell'attività commerciale del padre, si accolla l'onere di mantenere la famiglia. Il lavoro non gli piace, mal sopporta il dovere stare lontano da casa, mangiare fuori, dormire in alberghi insalubri, e pensa sempre al tempo che gli occorre per pagare i debiti del padre e potersi così licenziare.
Vorrebbe far studiare la sorella al conservatorio e darle l'opportunità di coltivare la sua passione per il violino.
Un giorno Gregor si sveglia, dopo incubi tormentosi, e si ritrova trasformato in un grosso scarafaggio.
Egli diventa un ospite indesiderato, non è più figlio né fratello, è senza nome perché neppure la sorella lo vuole più pronunciare davanti a quella bestiaccia.
Il protagonista è condannato, diventa una presenza di cui non ci si può liberare.
Dapprima fatica a capire le esigenze del suo nuovo corpo, poi ne rimane affascinato. Ora è libero di camminare sul soffitto, di guardare dalla finestra e di avere una sua vita.
La sorella all'inizio si prende cura di lui, portandogli il cibo e pulendo la camera, ma piano piano lo trascura e la famiglia considera la sua stanza alla stregua di un ripostiglio, dove lasciare le cose che non servono più.
La sua famiglia non è povera come lui pensava ma, visto che lui non porta più soldi, il padre deve lavorare come usciere, la madre come sarta, la sorella come commessa e devono prendere dei pensionanti in casa.
La presenza di Gregor è sempre più mal sopportata e, quando lui muore, si sentono liberati di un peso, finalmente possono uscire tutti assieme.
Le metamorfosi: recensione
La metamorfosi di Gregor da uomo a scarafaggio non è un incubo, rappresenta il risveglio dalla sua vita passata, il prendere atto della sua infelicità e del suo bisogno di esprimersi liberamente.
Questo è lo stesso rito di passaggio fatto da Kafka per convertire la sua esistenza in scrittura. Anche lui si consuma interiormente fino a distruggersi, come Gregor che rifiuta il cibo e non si cura più del proprio corpo.
A una prima lettura non si comprendono tutte le similitudini, il racconto alquanto grottesco lascia spiazzati. La metamorfosi è simbolica e fa riflettere sul rifiuto di una famiglia nell'accettare il cambiamento di un figlio, prima tanto benvoluto.
Ai suoi familiari tutto sembra dovuto, non si pongono neppure il problema della felicità di Gregor, se sia contento del suo lavoro e della sua vita.
Egli è generoso e pensa prima a loro che a sé stesso ma, nel momento del bisogno, la famiglia gli volta le spalle: non vogliono vederlo, non vogliono occuparsi di lui, lo percepiscono solo come un peso, un qualcosa di cui liberarsi. Che sollievo la sua morte! Possono riprendere la loro vita, non hanno più nulla di cui vergognarsi, possono tornare a essere rispettabili agli occhi della gente.
La prima volta che lessi Kakfa non mi piacque perché i suoi racconti sono alquanto grotteschi, pieni di creature prossime alla morte, ma col tempo si riesce a cogliere la bellezza e l'originalità della sua opera.
Nella colonia penale è il racconto più sconvolgente e da pelle d'oca che abbia mai letto. Ho trovato arduo arrivare fino alla fine, ma così è lo stile di Kafka, il suo modo di scrivere è pieno di similitudini e di note angoscianti, può piacere oppure no.
Biografia di Franz Kafka
La biografia aiuta a capire i suoi sentimenti e il difficile cammino per riuscire a lasciare un lavoro che non gli dava soddisfazioni e diventare scrittore a tempo pieno.
Kafka è nato a Praga nel 1883 da una famiglia di religione ebraica, figlio primogenito di un commerciante, col quale non avrà buoni rapporti. Dopo la laurea in legge inizia a lavorare come funzionario presso le assicurazioni Generali, dove rimarrà fino al 1922, quando ottiene il prepensionamento per le sue condizioni di salute.
La sua vera passione è la scrittura. Inizia a pubblicare i suoi racconti nelle riviste letterarie dell'epoca con discreto successo. Nell'arco della sua vita amò molte donne, ma non né sposò alcuna perché il suo più grande amore era la scrittura. Nel 1224 per il complicarsi della tubercolosi e l'impossibilità di nutrirsi va incontro a una prematura morte.. Le sue ceneri riposano nel nuovo cimitero ebraico di Praga.
Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?
Questa è la sintesi del suo pensiero sulla necessità del leggere. Un libro per lui non deve dare la felicità ma scuoterci l'animo, devastarci interiormente per uscire dalla nostra apatia e aprirci nuove prospettive.
Tutta la sua opera è pervasa da un senso di illogicità e dopo una seconda lettura si riesce a coglierne la grandezza.
Per Kafka scrivere è abbandonare il proprio corpo ed emanciparsi. Solo con lo scrivere riusciva a esprimersi, perché si considerava taciturno, malinconico, scontento, malaticcio e pensava di non riuscire a rendere felice la donna che lo avrebbe sposato.
Titolo: Le metamorfosi (Die Verwandlung)Autore: Franz Kafka
Anno: 1915
Editore: Einaudi
Pagine: 70
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