13 novembre 2020

La parrucchiera di Kabul: autobiografia di Deborah Rodriguez

La parrucchiera di Kabul racconta l'esperienza di Deborah Rodriguez in Afghanistan dove andò la prima volta a seguito di un'organizzazione umanitaria e dove tornò per aiutare in qualche modo le donne.

L'autrice di questa autobiografia è una parrucchiera del Michigan che crea una scuola per estetiste e parrucchiere in Afghanistan venendo a contatto con molte donne e conoscendo tante storie differenti.

Avere un lavoro per molte donne significa possedere abbastanza soldi per mantenere la famiglia e per essere un po' più indipendenti dai mariti in una società nella quale le donne e gli uomini vivono separati.


La parrucchiera di Kabul: autobiografia di Deborah Rodriguez


La parrucchiera di Kabul: la recensione

La scuola fondata dalla Rodriguez dà alle donne uno spazio tutto loro, al di fuori del controllo degli uomini che qui non possono entrare.

Una delle cose mi ha colpito è la divisione nelle feste. Le donne danzano provocanti con altre donne e gli uomini tra loro e i due gruppi sono separati da tendaggi!

Leggendo il libro La parrucchiera di Kabul si apprendono gli usi di quel popolo e le storie di diverse donne accomunate dal fatto di essere considerate inferiori agli uomini. Spesso devono sottostare alla volontà del padre, quando giunge il momento di sposarsi, e poi a quella del marito, tante volte molto più anziano e violento.

Quando entrano nella scuola di Deborah le donne sono più libere. Offrire loro l'opportunità di imparare qualcosa per poi poter lavorare non può cambiare la loro condizione anche perché la situazione politica è instabile e c'è sempre il rischio che il Paese ricada in mano ai talebani integralisti.

Come si capisce leggendo il libro, le missioni di pace possono portare un po' di tranquillità ma deve essere il popolo a darsi la democrazia e nuovi leggi, meno restrittive, che cambino gradatamente la cultura del popolo.

Non dobbiamo criticare le loro usanze, che si tramandano da generazioni, ma sicuramente ottenere l'uguaglianza tra uomini e donne sarebbe già un passo avanti.

In Afghanistan se una donna o due sorelle vivono da sole vengono considerate prostitute!

Deborah si rivela una donna forte, però non ho capito perché accetti di sposare un afgano che quasi non conosce, anche se poi arriveranno a capirsi e amarsi.

Quello che ho apprezzato è che non mostri le donne sempre buone e vittime perché se ci sono uomini violenti, pedofili, ladri, esistono anche donne che ingannano o che accettano di diventare prostitute quando avrebbero la possibilità di scegliere.

La maggior parte delle storie di queste donne sono tristi ma, con l'aiuto di Deborah, molte sono riuscite ad aprire un loro negozio e guadagnare soldi dalle clienti occidentali che lavorano nel Paese e che vogliono essere alla moda.

Dopo aver letto i romanzi di Hosseini volevo proprio conoscere l'Afghanistan raccontato da una donna occidentale che ha voluto aiutare le donne.

Il messaggio di questa autobiografia è positivo perché una semplice parrucchiera è riuscita a portare aiuto alle donne in Afghanistan proprio instaurando un clima di fiducia e diventando loro amica. Perciò possiamo sperare che sempre più persone possano aiutarle a emanciparsi, che non vuol dire rinnegare le loro tradizioni ma vivere alla pari con l'uomo.

Purtroppo, dopo l'uscita del romanzo diventato celebre in tutto il mondo, Deborah ha dovuto lasciare l'Afghanistan, perché presa di mira dagli integralisti, e si è trasferita in Messico dove vive tutt'ora.


Titolo: La parrucchiera di Kabul (Kabul Beauty School. An American Woman Goes Behind the Veil)
Autore: Deborah Rodriguez
Anno: 2007
Editore: Piemme
Pagine: 314

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