5 giugno 2019

Chi sono i veri pazzi sul nido del cuculo?

Qualcuno volò sul nido del cuculo è il titolo di una filastrocca americana dal quale Ken Kesey ha preso ispirazione per il suo romanzo ambientato in un ospedale psichiatrico dove, forse, tutti sono veramente pazzi.
Cuckoo, in lingua gergale, significa pazzo e questo sottolinea ancor di più la tematica.

L'autore Ken Kesy nel 1959 partecipò a uno studio sulle sostanze psicoattive presso la Stanford University e frequentò l’ospedale dei veterani di Menlo Park parlando coi pazienti, che riteneva reietti dalla società perché non convenzionali nel modo di agire e pensare.

i veri pazzi di qualcuno volò sul nido del cuculo


I pazzi di qualcuno volò sul nido del cuculo


Qualcuno volò sul nido del cuculo è un drammatico romanzo dal quale è stato tratto anche un altrettanto bel film con protagonista uno straordinario Jack Nicholson. Fu premiato come miglior film, miglior regia, migliore attrice e miglior attore.

La filastrocca richiamata dal titolo dovrebbe far pensare che i pazienti sono abbandonati dai familiari a persone che non vogliono il loro bene.

Il libro è narrato in prima persona dall'indiano Capo Bromden, che tutti pensano essere sordomuto, che vive circondato da una nebbia che addormenta i sensi.
Il reparto è dominato dall'infermiera Miss Ratched che detta legge persino sui dottori e che viene temuta da tutti perché, in caso di problemi, fa trasferire i pazienti nel reparto "agitati" dove verranno sottoposti all'elettroshock oppure alla lobotomia, che riduce a essere vegetali.

Un giorno arriva nel reparto Mc Murphy, un estroverso irlandese mandato lì dalla casa correzionale dove si trovava e che inizia a svegliare gli animi dei ricoverati.
Mc Murphy si scontra da subito con Miss Ratched e cerca in tutti i modi di averla vinta, ma soprattutto porta brio e nuova speranza tra i pazienti che hanno perso anche la voglia di ridere.

Ho trovato la lettura di metà del libro molto pesante perché in tutte quelle pagine veniva raccontata la routine quotidiana del reparto e sembrava che non accadesse nulla.
La storia poi è diventata più interessante e varia e ho visto un cambiamento nei pazienti che sostengono Mc Murphy nelle sue azioni, sempre ostacolate dall'infermiera, ed ero curiosa di sapere se alla fine lui avrebbe avuto la meglio.

I fatti raccontati potrebbero essere davvero accaduti in un manicomio degli anni '50-'60 e si rimane un po' sconcertati nel vedere come una persona possa avere tanto potere di vita e di morte sui ricoverati. In fondo i pazienti sono persone che per un motivo o l'altro hanno perso contatto con la realtà o la rifuggono e dovrebbero avere un sostegno diverso e venire considerati.

Le due figure dominanti del racconto sono Mc Murphy e l’infermiera. L’uomo è sempre vissuto di espedienti e imbrogli ed è ritenuto un violento ma non sembrerebbe pazzo, anzi appare molto intelligente e capace di far fare a tutti ciò che vuole.
Lui porta scompiglio nel reparto ma riesce a dare la gioia di vivere a diversi ricoverati, a farli ridere e sentire vivi come non succedeva da tempo.

Miss Ratched è una donna di mezza età, burbera e dominatrice, che si circonda di personale a lei succube per poter tenere sotto controllo tutto il reparto.
Lei non perde mai il controllo e l'arrivo di Mc Murphy, che causa scompiglio nell'organizzazione della routine quotidiana ,viene da lei visto come qualcosa di nocivo che va eliminato. La donna approfitta del suo potere e del suo ruolo e si dimostra molto cattiva e vendicativa e sembra che non voglia che i pazienti migliorino o guariscano.
Sono davvero pazzi? La pazzia è relativa, in un modo piatto qualcuno che si comporta in maniera estrosa non può essere veramente pazzo.

Altro personaggio chiave del racconto è il gigantesco capo Bromden che, approfittando del fatto che tutti lo credono sordo, ha sempre ascoltato tutto ciò che veniva detto. Mc Murphy da subito capisce che finge e riesce a dargli fiducia e farlo sentire forte come in realtà è davvero, anche se si sente piccolo piccolo.

A ben vedere tutti i pazienti definiti "acuti" sono capaci di ragionare e non sembrano pazzi ma bisognosi di trovare conforto e qualcuno che gli dia coraggio.

Ad esempio Billy Bibbit è un giovane cresciuto con una madre che lo controlla troppo, tarpa le sue ali e lo fa sentire debole e indeciso, perciò nel manicomio trova rifugio perché sta lontano da lei.
Harding era una sorta di leader del gruppo prima dell’arrivo di Mc Murphy ma anche lui, pur avendo una moglie ad attenderlo a casa, preferiva vivere lì piuttosto che affrontare le difficoltà della vita.

Quello che si apprende infatti a metà del racconto è che la maggior parte dei ricoverati sono lì per loro volontà e non perché ritenuti pericolosi per la società o perché devono scontare una pena.
Sembra perciò ancor più strano e terribile che vogliano vivere in un luogo del genere piuttosto che a casa loro e che siano in balia di persone, come l’infermiera, che decidano arbitrariamente trattamenti dannosi come l'elettroshock o la terribile lobotomia.

Seppure il libro sia noioso e poco incisivo per almeno la metà riesce alla fine a scuotere le nostre coscienze e a far riflettere su chi possa definire pazzo: i pazienti un po' strani o i dottori/infermiere che dovrebbero curarli?

Titolo: Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo's Nest)
Autore: Ken Kesey
Anno: 1962
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Pagine: 394

1 commento:

  1. Ho visto il film, bellissimo! Non ho letto il libro e non sapevo che ci fossero anche dei volontari!!

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