22 marzo 2019

Le opere surreali di Baricco

Avevo tanto sentito parlare di Alessandro Baricco e dei suoi romanzi, perciò ho letto due sue opere che posso definire surreali.

Non amo questo genere perché mi piacciono le storie lineari con un senso e non quelle con personaggi strampalati, però non tutti amiamo le stesse cose perciò penso che molti apprezzino il suo stile.

Oceano mare e Novecento hanno come elemento in comune il mare, un elemento della natura che può essere bello da vedere ma può provare morte.

Le opere surreali di Baricco


Oceano Mare di Baricco


Il romanzo Oceano Mare di Barrico è suddiviso in tre capitoli:

  • Locanda Almayer introduce gli ospiti, con le loro fobie e le loro particolarità
  • Il ventre del mare descrive dettagliatamente il naufragio e la sopravvivenza sulla zattera della morte
  • I canti del ritorno è la conclusione delle storie di questi personaggi surreali

Alla locanda Almayer troviamo personaggi bizzarri che vedranno le loro storie intrecciarsi e che ritroveranno la voglia di vivere, o la morte, in quel luogo sospeso nel tempo.
Troviamo il professor Bartleboom, che vuole realizzare un'enciclopedia nella quale scriverà tutti i limiti di questo mondo. Perciò si trova in riva al mare, per studiare il punto esatto nel quale l'onda si ferma e finisce il mare.
Un personaggio bizzarro che scrive ogni giorno una lettera d'amore per la sua fidanzata, ma non è fidanzato. Darà le lettere alla donna della quale si innamorerà e vive nell'attesa di incontrarla e di dirle che le ha scritte aspettando il momento in cui l'avrebbe conosciuta.
Quando si innamora di una donna bellissima si scopre titubante nel dichiararsi e perde l'occasione, la donna si fidanza con un altro, ma da eterno indeciso prende la cosa sul ridere!
Il pittore Plasson, un tempo famoso ritrattista di personaggi illustri e nobili, si è rifugiato alla locanda per dipingere il mare, ma ogni giorno torna con una tela completamente bianca, non riesce a dipingere nulla. Nella sua carriera da ritrattista iniziava dipingendo gli occhi delle persone e il mare non ha occhi, perciò si ritrova a non dipingere, al massimo a intingere il pennello nell'acqua di mare.
La giovane Elisewin, figlia di un barone, viene mandata a fare bagni di mare dal medico per trovare la forza di vivere, per colmare il proprio vuoto esistenziale e per combattere le sue paure. Ad accompagnarla è Padre Pluche, poco convinto che il mare la possa guarire e timoroso di riportarla ormai senza vita dal barone.
Durante un temporale la ragazza tornerà a vivere tra le braccia di Adams, un marinaio, che le farà scoprire sensazioni mai provate e che lei porterà alla ragione, pur non salvandolo dal suo destino.
Padre Pluche è un prete sui generis, con la passione per la poesia e che ha scritto un'infinità di preghiere. Un uomo che ha la particolarità di dire ciò che pensa, in genere la cosa sbagliata, pur sapendo che quella giusta da dire sia un'altra. Una volta che Elisewin trova la sua strada nella vita si trova a non sapere dove andare, indeciso persino se la sua vocazione sia giusta o se debba svestirsi dell'abito talare e trovare moglie.
Adams, ovvero Thomas, è un marinaio misterioso, che durante un naufragio si ritrova su una zattera lasciata in balia del mare, sulla quale i superstiti si ritrovano a combattere ferocemente per la vita, arrivando a uccidersi l'un l'altro, a cibarsi dei loro compagni e qui vedrà uccidere la propria compagna.
Da quel momento il suo scopo è farsi vendetta dell'uomo che ritiene responsabile di quella tragedia che gli ha procurato il dolore e la follia che lo lacerano da quel momento.
Ann Deverià è una donna bellissima mandata alla locanda Almayer dal marito, per cercare di farle dimenticare l'amante, ma che andrà incontro a un tragico destino proprio quando troverà pace nella sua anima.
Il dottor Savigny, medico di bordo sulla nave nella quale si trovava Thomas e ritenuto da lui responsabile di tutte le tragedie successive, è diventato famoso scrivendo proprio di quella esperienza, riferita con molte omissioni. Nel suo animo però sa di aver mentito e vive col terrore di essere rintracciato da Thomas, cosa che succederà inaspettatamente alla locanda.
Nella locanda vivono anche bambini "particolari", Dood, che sta sempre sul davanzale a guardare il mare, Ditz, che riesce a leggere i sogni delle persone, Dol, che accompagna il pittore Plossum e avvista le navi per lui, Dira, la receptionist saggia e con la battuta pronta, e un'altra bambina bellissima che vive in camera con Ann.
Nella settima stanza c'è un personaggio che nessuno ha mai visto, un vecchio che uscirà solo alla fine, portandosi via le storie dei personaggi che hanno soggiornato alla locanda.
Costui vuole sintetizzare l'essenza del mare in un'unica parola, vuole "dire" il mare.

Tutti loro si ritrovano a contemplare l'oceano mare, una vastità infinita eppure finita, una forza della natura che ci regala la vita oppure la morte, un continuo susseguirsi di movimento, giorno e notte, senza fine.

Sinceramente non ho trovato questo romanzo particolarmente bello, anche se riconosco a Baricco la creazione di una propria tecnica narrativa, fatta di frasi ripetute, di accostamento di parti in prosa e in poesia, di parti simili a un testo teatrale.

Le storie dei personaggi sono surreali, bisogna arrivare alla fine per riuscire a capire bene come le une si leghino alle altre.

L'episodio della zattera mi sembra di averlo già letto, in un libro di Clive Cussler, e mi è venuto il dubbio che uno dei due autori lo abbia copiato dall'alto, perché ci sono molte similitudini ed esprimono lo stesso senso si disperazione.
Quella disperazione che provano gli uomini che si sentono prossimi alla morte e lottano con i denti gli uni con gli altri per non soccombere, riducendosi ad atti barbarici e non umani.

Nell'insieme però la lettura non mi ha appassionato molto, l'ho trovato alquanto noioso e poco interessante, anche se l'autore ha scritto un testo con significati profondi, che vanno al di là della prima lettura superficiale, ma bisogna soffermarsi sopra ad alcune pagine per capire quello che voleva dire davvero.
La locanda è un luogo simbolico, un luogo di passaggio nel quale possiamo cambiare la nostra vita, capire tante cose, sospesi nel tempo, ascoltando l'incessante susseguirsi del moto dell'oceano, l'oceano mare che non ha mai pace.

Novecento di Baricco


Novecento è un'opera teatrale dalla quale il regista Tornatore ha tratto il film La leggenda del pianista sull'oceano.

La storia è un po' paradossale e ha come protagonista Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, nato su una nave, diventato uno straordinario pianista, ma mai sceso a terra.

La sua storia è raccontata da un musicista, che ha passato parecchi anni a suonare sul piroscafo Virginian, ed è diventato amico e confidente di Novecento.
Novecento è un tipo davvero particolare, capace di suonare una musica che non esiste, di suonare il jazz meglio del suo inventore, di descrivere molti luoghi, con la loro atmosfera, i loro odori, senza esserci mai stato.
Su una nave viaggiano moltissime persone e Novecento passa molto tempo con loro, facendosi raccontare il mondo che ha visto solo dal ponte della nave, e perciò conosce attraverso i loro racconti cose che molte altre persone ignorano.
Tutti si stupiscono del fatto che non desideri scendere mai a terra, ma un giorno, dopo trentadue anni, sembra aver deciso di scendere la scaletta della nave e sbarcare a New York, ma poi ci ripensa.
Per lui il mondo è troppo grande, senza fine, ha paura di quello che potrebbe succedere, dell'infinito che c'è oltre l'orizzonte.
Sulla nave si sente al sicuro, al massimo incontra un migliaio di persone ogni viaggio e incanta tutti suonando divinamente e trovando in questo la felicità, che molti non trovano altrove.

Durante la seconda guerra mondiale la nave viene trasformata in ospedale, danneggiata dalle bombe, è perciò destinata a essere affondata, ormai inutilizzabile.
A Novecento non rimane che una scelta da fare, a terra non può cerco scendere. Un amaro destino attende il più grande pianista mai vissuto, capace di suonare l'impossibile facendosi cullare dalle onde dell'oceano.

Questo romanzo è molto breve, solo 62 pagine ma l'autore riesce a creare un'atmosfera particolare di attesa.

Il protagonista di Novecento è un genio del piano, un autodidatta che ha trovato nella musica il modo di esprimere le proprie emozioni e di vivere la sua vita.
La sua figura evoca però un senso di tristezza, a noi sembra strano che una persona non desideri scoprire il mondo, ma viva solo su una nave che solca gli oceani giorno dopo giorno.
Forse l'autore vuole esprimere una metafora sulla vita e la ricerca della felicità, anche chi non esplora direttamente il mondo può viaggiare attraverso il racconto degli altri, può imparare da loro tante cose, può scoprire il mondo attraverso gli occhi degli altri.

II pianista trova appagamento nel far ascoltare buona musica ai passeggeri, in questo trova la felicità che molti non riescono a trovare neppure in mille luoghi diversi e in mille persone incontrate.
Eppure io non sono d'accordo, oltre che il racconto degli altri è importante scoprire il mondo da soli, fare esperienze e seppure sbagliando cercare la propria strada tra le mille che possiamo prendere.
Rifugiarsi in un luogo è come rinunciare a vivere.

Titolo: Oceano Mare
Autore: Alessandro Baricco
Anno: 1993
Editore: Feltrinelli
Pagine: 224

Titolo: Novecento
Autore: Alessandro Baricco
Anno: 1994
Editore: Feltrinelli
Pagine: 62

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