14 novembre 2018

Lolita: il romanzo scandalo di Nabokov

Lolita di Vladimir Nabokov è stato il caso letterario del dopoguerra per l'argomento trattato: l'amore di un quarantenne per una dodicenne.
Scritto tra il 1939 e il '40 e pubblicato a Parigi nel 1955 descrive il percorso psicologico che porta il protagonista alla ricerca della felicità nel suo amore disperato e impossibile.

L'argomento è certamente scabroso ma non ci sono scene volgari o parole offensive, solo i pensieri continuamente rivolti alla soddisfazione delle morbosità del protagonista possono essere poco piacevoli.


Lolita: il romanzo scandalo di Nabokov


Lolita di Nabokov


Il protagonista è Humbert Humbert, un intellettuale europeo che fin da adolescente sviluppa una passione morbosa per le adolescenti, forse a causa della perdita del suo primo amore Annabelle, morta di tifo.
Dopo aver sposato per salvare le apparenze Valeska, che lo lascia dopo pochi anni, si trasferisce in America, per prendere possesso dell'eredità dello zio.
Per caso si trova a vivere nella casa della signora Charlotte Haze, madre della dodicenne Lolita.
Temendo di non rivedere più la ragazza, si sposa con la donna che un giorno legge le sue confessioni depravate e fugge, in preda allo sgomento, venendo investita e uccisa da un'auto.
A questo punto Humbert vede il suo sogno realizzato, finalmente solo con la ragazzina. Gira per l'America con la piccola Lolita, paventando la possibilità che venga rinchiusa in un orfanotrofio se scappa da lui.
Dopo anni di vita errante e solo un breve periodo di vita "normale" la ragazza scappa, ma Humbert non dandosi pace la inseguirà, arrivando a un drammatico finale.

Lolita: la recensione


Per me va visto come uno scavare nella psicologia di un personaggio malato, che è stato varie volte ricoverato in cliniche psichiatriche, che vive solo nell'adorazione della sua amata, nell'osservarla, nel seguirla 24 ore su 24, nel soddisfare i suoi capricci, nell'assecondarla nei suoi desideri e spendendo per lei tantissimi soldi.
Ma il motivo che lo spinge a farlo è puramente fisico, la tiene "prigioniera" dicendole che altrimenti sarebbe finita in orfanotrofio, perché sola al mondo.
Nella descrizione delle vicende sembra che sia Lolita che lo abbia sedotto, forse per gioco, ma lei si rende conto che l'uomo vuole possederla per soddisfare continuamente i suoi impulsi sessuali, gioca con questo fatto, per farsi comprare quello che vuole.
Ma ricordiamoci che Lolita è troppo giovane ed è stata privata della sua purezza, seppure quando ha iniziato la "relazione" con lui non fosse vergine.
Humbert è certamente malato e Lolita, poco più che bambina, non si rende conto di quello che le porta via: un'esistenza spensierata e una famiglia che le voglia bene.
L'adorazione dell'uomo per le ragazzine inizia con Annabelle, ma lei era sua coetanea, Lolita è troppo giovane.
Humbert è molto geloso e segue Lolita sempre, anche quando esce con le amiche o la spia se loro vengono a casa loro, soprattutto se ci sono maschi, perché teme che lei racconti a qualcuno del loro morboso rapporto o che s'innamori di un altro.
Ma, come il proseguimento della storia fa capire, se una persona vuole ribellarsi e andarsene non serve che sia tenuta sotto controllo, trova il modo di fuggire.

Humbert si descrive come patetico nei suoi gesti, nella sua adorazione della ninfetta, un tipo di adolescente dai modi maliziosi, che forse solo lui da malato vede come tali.
In qualche punto, in fondo di quel tenebroso tumulto, sentii di nuovo il contorcersi del desiderio, tanto mostruoso era il mio appetito per quella miserabile ninfetta
A volte Lolita lo insulta, chiamandolo sporco vecchio, ma forse non riesce a capire di essere sfruttata, anche se quando lo vede eccitato scoppia in lacrime.
Davvero triste pensare che un uomo, che a tutti si presenta come il padre, possa approfittare di una giovane e vivere per anni con lei, senza che nessuno scopra la sua depravazione.
Certo c'è di peggio nelle cronache di tutti i giorni sulle violenze ai bambini a opera degli stessi genitori, che non possono essere che persone abominevoli e da disprezzare.
Perciò consiglio la lettura di questo romanzo, a prescindere dalla discutibilità dell'argomento, perché è scritto ottimamente da un autore che fa un uso superbo delle parole creando pagine dalle descrizioni poetiche e suggestive.

Nel commento del traduttore viene messo in risalto che Nabokov abbia coniato nuovi termini, fondente due esistenti, per arricchire il vocabolario in modo da creare giochi di parole.

Chi è Nabokov

Vladimir Nabokov è nato a San Pietroburgo nel 1899 da una famiglia della vecchia nobiltà russa.
Fin da ragazzo si appassiona alla letteratura e a soli tredici anni pubblica il suo primo volume di poesie. Alla vigilia della rivoluzione d'ottobre, con la sua famiglia emigra prima in Germania e poi va a studiare in Inghilterra, a Cambridge, ottenendo il diploma di francese e lingue slave.
Ritornato a Berlino si guadagna da vivere facendo vari lavori, tra i quali il maestro di tennis e di boxe, dando lezioni private e componendo cruciverba.
Sotto uno pseudonimo pubblica poesie, racconti, saggi su riviste russe pubblicate a Berlino e poi a Parigi, dove si stabilisce alla fine degli anni trenta.
Traduce i grandi della letteratura europea in russo e pubblica i primi romanzi che gli fruttano popolarità, nonché l'invito del governo russo di tornare in patria.
Ma Nabokov approfitta dell'invito della Stantford University di tenere un corso di letteratura russa e si trasferisce negli Stati Uniti nel 1940.
Diventato cittadino americano continua l'insegnamento e coltiva la sua passione per l'entomologia, che lo porta a scoprire vari tipi di farfalle.
Negli anni seguenti pubblica i primi romanzi in lingua inglese e collabora con varie riviste.
Dopo il successo del suo romanzo "Lolita" si trasferisce in Svizzera, dove vive con la moglie fino alla morte avvenuta nel 1977.
Definisce la sua attività di letterato
scrivere è per me un misto di euforia e disperazione, è una tortura continua e insieme un passatempo.

Titolo: Lolita
Autore: Vladimir Nabokov
Anno: 1955
Editore: Gli Adelphi
Pagine: 395

1 commento:

  1. Grazie, un libro che ho apprezzato molto e che ho letto in diversi momenti della vita, con diverse sensazioni

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