11 luglio 2018

L'enigma della piramide nera: un mistero per Amelia

L'Egitto mi ha sempre affascinato e perciò quando ho trovato il romanzo L'enigma della piramide nera di Elizabeth Peters l'ho messo subito tra quelli che volevo leggere.

L’autrice americana è laureata in egittologia e questo mi faceva supporre che i suoi romanzi fossero avvincente come quelli di altre autrice che si cimentano in libri ambientati in un mondo che conoscono bene, vedi Patricia Cornwell o Kathy Reichs.

Per me è stato deludente perché l'enigma prospettato nel titolo non c'è e la storia è troppo monotona.

L'enigma della piramide nera: un mistero per Amelia Peabody


Il quarto romanzo con Amelia Peabody


Ho scoperto che L'enigma della piramide nera è il quarto di una serie che vede protagonista l’archeologa inglese Amelia Peabody ma pur non conoscendo i precedenti si può leggere tranquillamente perché nelle prima pagine vengono presentati i protagonisti principali.

Il titolo originale Lion in the Valley (Leone nella valle) è stato tradotto molto diversamente in italiano ma nessuno dei due a mio parere si ricollega alla storia di questo romanzo della Peters.

Amelia è un'archeologa che si reca al Cairo col marito e collega Radcliffe Emerson per studiare una piramide che avevano rinvenuto l’anno precedente nel sito di Dashur.
Con loro c'è il figlio di otto anni che viene soprannominato Ramses in onore del famoso faraone. Il bambino è una sorta di piccolo genio perché parla correntemente l'arabo e diversi dialetti e conosce i geroglifici tanto da scrivere un trattato su di essi. Inoltre ha una dialettica da fare invidia a un adulto ed è molto furbo seppure sia un po' birichino e debba essere tenuto d’occhio.
Per assolvere a questo compito Amelia assume come guardia del corpo un uomo che si fa passare per egiziano mentre in realtà è inglese.
Quando sono al Cairo viene commesso un omicidio e viene sospettata una giovane inglese che si affida all'ala protettrice di Amelia che dovrà vedersela anche con la Mente Criminale un ladro che già aveva conosciuto e che sembra essere tornato per portare a termine qualche losca attività.

La storia ambientata nell'ottocento dovrebbe essere appassionante vista l'ambientazione in uno scavo archeologico mentre in realtà di antico Egitto e dei misteri delle piramide si fa solo alcuni cenni mentre protagonista indiscussa è Amelia.
La donna non risulta molto simpatica visto che si crede superiore agli altri, affascinante e dotata di una grande intelligenza. Certo la modestia non è una delle sue doti.
Neppure tanto simpatici sono gli altri personaggi a partire dal marito, che sembra un po' tardo nel capire le cose, e dal figlio.
Questo bambino di otto anni sarà precoce ma sembra impossibile che sappia fare tante cose compreso cavalcare al galoppo! Unisce così bene doti fisiche a capacità intellettuali?

Perciò reputo poco realistici i protagonisti mentre la descrizione del sito archeologico e dei loro alloggi risulta credibile, compreso l’avere il letto sulla terrazza sotto un tetto di stelle, non è un sogno?

La trama scorre lentamente e i dialoghi fanno da padrone ma non sono vivaci ma permeati da parole desuete che appesantiscono la lettura.

Nelle oltre 300 pagine poche sono quelle d'azione che si staccano dalla piattezza della trama priva di tensione e di momenti di pathos. Non lo definirei proprio un giallo anche se la famosa Mente Criminale alla fine scopriamo che era qualcuno sotto mentite spoglie.
Non consiglio la lettura vista la pesantezza e la mancanza di azione.

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