11 aprile 2018

Le opere più importanti di Pirandello

Ho studiato Pirandello ai tempi della scuola avendo anche occasione di leggere alcune sue opere che poi ho ripreso molto tempo dopo apprezzandole maggiormente come nel caso di Il Fu Mattia Pascal.

Luigi Pirandello è un drammaturgo e scrittore italiano insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934 e fu un innovatore del racconto teatrale affrontando anche nuove tematiche.

Negli anni ho letto diverse sue novelle, opere teatrali e romanzi e ho assistito alla rappresentazione di diverse opere a teatro come Così è (se vi pare).

Le opere più importanti di Pirandello


Qui voglio recensire alcune sue opere che mi sono piaciute e altre che invece mi hanno deluso nonostante la tematica cara all'autore sia la stessa.

Il fu Mattia Pascal


Questo è il romanzo di Pirandello che prediligo e che avrò letto almeno tre volte prima dell'avvento di Internet che ha finito per assorbire molto del mio tempo libero.

Mattia Pascal è un tranquillo bibliotecario che vive in un piccolo paese ligure che per sfuggire alla vita monotona e alla famiglia decide di andare a Montecarlo dove vince al gioco.
Sul treno che lo riporta a casa legge un articolo di giornale in cui affermano di aver trovato il suo corpo in un podere e così invece di tornare a casa dalla moglie decide di prosegue per Roma.
Giunto nella capitale prende una camera in affitto col nome di Adriano Meis e continua la sua vita, innamorandosi della figlia del padrone, Adriana.

Il romanzo di Pirandello è molto bello e ricco di personaggi che accompagnano la vita di Mattia Pascal/Adriano Meis.
Durante la vicenda il protagonista matura e comprende l'importanza di avere una propria identità definita.
La lettura è molto scorrevole e ci permette di immedesimarci nei pensieri del protagonista. Quanti vorrebbero fuggire dalla famiglia e poter iniziare una nuova vita lontano da tutto!
Il racconto però ci fa capire come allontanarsi non serva perché quello che siamo lo portiamo dentro di noi ed è brutto dover fingere sempre di essere diversi da come siamo in realtà.

Certo Mattia si ritrova moglie e suocera non proprio ideali che pensano solo ai soldi e lo trattano male ma avrà una sorpresa ancor più amara al suo ritorno.

Una della figure più belle è quella della dolce Adriana che s'innamora di lui senza conoscere nulla del suo passato ma comprendendo che è una persona buona.

La tematica del come siamo e come ci vediamo è presenta anche nel romanzo che vado ora a recensire.

Uno, nessuno e centomila


Vitangelo Moscarda è un uomo della media borghesia siciliana, abita in un piccolo paese e vive grazie agli affari della banca che suo padre ha fondato.
La sua vita scorre tranquilla finché un giorno la moglie gli fa notare un piccolo difetto al suo naso che secondo lei pende leggermente da un lato.
Egli non aveva mai notato questo e così incomincia a osservarsi spessissimo agli specchi e partendo dall'aspetto fisico inizia a fare ragionamenti sull'essere e l'apparire.
Si rende conto che ognuno si vede diverso da come lo vedono gli altri e perciò dentro di noi non c'è solo la persona che siamo ma molte altre che appaiono agli occhi di chi ci osserva.
Lui stesso inizia a osserva i difetti degli altri e anche a farli notare per metterli nello stesso stato d'animo che prova lui.

Per la moglie Vitangelo è Gengè, un uomo che forse ha sposato per interesse e che ritiene non molto intelligente, per i funzionari della banca è il padrone che non si occupa degli affari ma firma tutti i documenti che gli danno, per gli abitanti del paese è un usuraio che vive grazie ai prestiti che elargisce la banca.
Psicologicamente Vitangelo inizia ad avere dei cedimenti e i suoi ragionamenti lo portano a cercare di comportarsi il contrario da come tutti pensano ma questo lo porterà a essere ritenuto pazzo.


Il romanzo di Pirandello ci porta dentro la psiche umana soffermandosi a riflettere su come siamo e su come sembriamo agli altri.
Certamente la storia è portata all'esagerazione ma quest'uomo di cui seguiamo passo passo i suoi ragionamenti a noi non appare pazzo ma al contrario una persona che vuole essere se stessa.
Seguire l'evoluzione dei suoi pensieri, raccontata in prima persona, ci coinvolge nelle sue decisioni, che forse non condividiamo pienamente ma che ci fanno capire come l'apparire nella società sia più importante dell'essere.
Emblematico che nel momento in cui si dimostra diverso da come tutti pensano lo ritengano impazzito perché tutti lo volevano come era prima per interesse, le persone che aveva vicino erano false.

Come si evince dal titolo Vitangelo per se stesso è l'UNO, il vero io, per gli altri è CENTOMILA, in quanto ognuno ha un'immagine differente di lui, e il NESSUNO è la persona che sceglie di essere.
La sua scelta è dettata dal comportamento delle persone nei suoi confronti quando decide di cambiare la propria vita e vendere addirittura la banca, fonte del suo reddito, per donare il ricavato ai poveri.
Vedendo che non riesce a farsi accettare per i suoi nuovi comportamenti decide di smettere la maschera che gli altri hanno costruito su di lui e sceglie di non essere nessuno e di nascere ogni attimo come persona diversa, senza ricordi.

Il romanzo è scritto con un linguaggio semplice ma a tratti l'ho trovato noioso e ripetitivo, altri romanzi di Pirandello hanno catturato maggiormente il mio interesse.

La storia è incentrata sulle riflessioni del protagonista e c'è poca azione, salvo nel finale quando il racconto prende altri risvolti e sino alla fine non si capisce come l'autore farà finire il racconto.

Sei personaggi in cerca d'autore


L'opera teatrale Sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello racconta il dietro le quinte della messa in scena di un'opera affrontando diverse tematiche.
L'atto unico diviso in tre parti per i cambi di scena che avvengono col sipario alzato è molto originale e destò critiche al suo debutto nel 1921 per essere poi acclamato per il gioco dei ruoli che riesce a rappresentare molto bene.
Certo il linguaggio è un po' desueto e trattandosi di un'opera teatrale non è come leggere un romanzo ma ho ritrovato molti elementi cari allo scrittore siciliano.

La trama è un pochino complessa e parte dalla presentazione degli attori per passare all'arrivo dei personaggi e a un finale drammatico.
Mentre il capocomico e gli attori sono sul palcoscenico di un teatro arrivano alcune persone che raccontano le loro vite e che vogliono loro stessi mettere in scena le vicende drammatiche e trovare un autore che scriva la storia.
Questi personaggi pensano di essere perfetti per la rappresentazione perchè hanno vissuto in prima persona quegli eventi e successivamente quando sono gli attori a ripetere le scene nè il loro aspetto nè la loro parlata piace ai personaggi.
Un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi.

L'autore si propone di mostrare le prove di un'opera che deve passare dallo scritto al recitato seguendo le indicazioni del capocomico ma che invece rivela il desiderio dei personaggi di avere una propria identità. Essi vogliono essere autonomi e continuare la loro vita che invece è stata racchiusa nell'opera stessa.
Quando un personaggio è nato, acquista subito una tale indipendenza anche dal suo stesso autore e acquistare anche un significato che l'autore non si sognò mai di dargli.
Proprio la tematica dell'essere incompresi è una delle più importanti perché questi personaggi sanno che solo loro stessi possono esprimere gli stati d'animo provati perché hanno vissuto in prima persona la storia.
Dall'altra parte però la natura si serve da strumento della fantasia umana per proseguire, più alta, la sua opera di creazione.
Troviamo diverse tematiche care a Pirandello che poi svilupperà in altre opere.
ciascuno di noi si crede uno ma non è vero: è tanti
Infatti ogni persona si vede in un certo modo ma è vista dagli altri in maniera diversa anche a seconda del rapporto più o meno stretto che si ha con lei.

La lettura non è semplice e ho faticato a leggerla ma sicuramente è un'opera interessante per chi voglia approfondire la conoscenza di questo grande autore italiano.

Breve biografia di Luigi Pirandello



Luigi Pirandello è nato nel 1867 ad Agrigento frequenta l'università di Palermo e Roma e si laurea però a Bonn che all'epoca era un centro culturale molto importante.

Ritornato in Italia conosce Luigi Capuana e si avvicina allo stile dei Veristi iniziando a scrivere le prime opere.

Pirandello si dedica all'insegnamento, soprattutto a Roma, ma è colpito da tragedie familiari come lo squilibrio mentale di cui è vittima la moglie e il tracollo finanziario della famiglia di origine.

A partire dagli anni venti le sue opere cominciano ad avere successo e inizia a dedicarsi al teatro.

Nel 1934, due anni prima della morte, ottiene il premio Nobel per la letteratura.

3 commenti:

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