3 gennaio 2025

Ogni mattina a Jenin: recensione del romanzo

Ogni mattina a Jenin è un romanzo commovente che racconta la storia di una famiglia palestinese costretta a vivere in un contesto di violenza e oppressione a causa del conflitto israelo-palestinese.

Il romanzo segue le vicende di Amal, una donna che, partendo dalla sua infanzia, riflette sulla sua vita e su quella della sua famiglia, divisa dalla guerra e dall'esilio. La narrazione attraversa più generazioni, offrendo una visione profonda della sofferenza, ma anche della resistenza, della speranza e del coraggio che caratterizzano il popolo palestinese.


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Recensione del romanzo Ogni mattina a Jenin

La famiglia Abulheja, come tante altre, durante la Nakba, l'esodo forzato dei palestinesi dopo la creazione dello Stato di Israele, deve lasciare nel 1948 la casa dei suoi antenati di 'Ain Hod per il campo profughi di Jenin.

Il romanzo racconta la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a vivere la triste condizione di "senza patria" sebbene le loro vite vadano avanti.

Dalia, la moglie di Hassan Yehya Abulheja, dà alla luce tre figli: Yussef, Isma'il e Amal che crescono nel campo ma Isma'il un giorno sparisce, rapito da un soldato israeliano che lo cresce come fosse suo.

La vita dei due fratelli, identici nell'aspetto tranne per una cicatrice, prende due direzioni opposte: Yussef combatte per la causa palestinese e Isma'il diventa un soldato suo nemico.

Amal e l'amica Huda, ancora bambine, assistono ancora una volta all'annientamento delle loro famiglie che le porterà a trovare una nuova casa. La prima riesce a entrare in una scuola, cosa che avrebbe fatto felice il padre, e in seguito a emigrare negli Stati Uniti senza però trovare pace pensando alla situazione nella quale vivono familiari e amici.


Lo struggente romanzo, acquistabile online, racconta la Palestina come Il cacciatore di aquiloni aveva narrato l'Afghanistan.

Il romanzo di Susan Abulhawa, scrittrice palestinese americana, è un'esperienza emotiva profonda. La sua scrittura, semplice ma allo stesso tempo intensa, riesce a restituire la tragedia e la disperazione dei personaggi, senza però rinunciare a far emergere anche la loro resilienza e la loro forza interiore. Le vicende della famiglia Abulheja sono descritte in maniera così vivida che il lettore non può fare a meno di sentirsi coinvolto nelle loro sofferenze, nelle loro perdite e nel loro incessante desiderio di giustizia.

Nella storia emergono i ricordi dolorosi dell'infanzia di Amal accanto al racconto delle difficoltà della sua vita adulta, segnata dalla nostalgia, dal trauma e dalla ricerca di un'identità perduta che la fanno sembrare persino agli occhi della figlia poco affettuosa.

Uno degli aspetti più toccanti del romanzo è il modo in cui l'autrice rappresenta la complessità dell'esperienza palestinese. Non c'è solo la guerra, ma anche la quotidianità della vita nei campi profughi, la lotta per la sopravvivenza, la nostalgia della terra natale e la forza della comunità. La guerra non è solo una serie di eventi storici, ma diventa un'esperienza vissuta in prima persona da persone reali che continuano a sognare, ad amare e a sperare nonostante la brutalità che li circonda.

Il romanzo ruota attorno alla figura di Amal, ma include anche molti altri personaggi che incarnano la varietà delle esperienze palestinesi. Hassan, il padre di Amal, è un uomo che nonostante le perdite e le difficoltà rimane un simbolo di resistenza e dignità, mentre la madre Dalia rappresenta il dolore e la preoccupazione costante per il destino dei figli.

Hassan è un uomo colto amante della lettura che dice alla figlia:

Possono portarti via la terra e tutto quello che c'è sopra, ma non potranno mai portarti via quello che sai o che le cose che hai studiato

Questa passione lo fa diventare amico di un israeliano, come dovrebbe essere in un mondo equo nel quale un popolo non pretende di dominarne un altro.

nacque un'amicizia [...] e andò consolidandosi nell'innocenza dei loro dodici anni, nella poetica solitudine dei libri e nel comune disinteresse per la politica

L'autrice, inoltre, non si limita a dipingere una storia di vittimismo, ma mette in luce anche la bellezza e la forza dell'identità palestinese, la cui ricchezza culturale e spirituale non può essere distrutta.

Il conflitto israelo-palestinese e la sua violenza incessante sono al centro del romanzo. Tuttavia, l'autrice non si limita a raccontare la guerra come una serie di eventi storici. Il conflitto è vissuto attraverso gli occhi dei protagonisti che sperimentano direttamente le conseguenze della violenza, delle invasioni militari, dei massacri e delle umiliazioni quotidiane. La violenza, però, non è solo fisica; è anche psicologica e emotiva, in quanto distrugge la capacità dei personaggi di vivere una vita normale, li separa dalle loro radici e li costringe a una continua lotta per la sopravvivenza.

il mondo che conoscevamo non c'era più

Leggere tutto questo fa comprendere ancor meglio quello che sta vivendo tutt'ora un popolo e la cosa peggiore è sapere che il mondo considerato civile non faccia nulla per fermare un genocidio.

Triste ma vera questa frase pronunciata da uno dei protagonisti:

Da quando al "mondo" importa qualcosa di noi?

Nonostante tutto, i palestinesi hanno la speranza di tornare nelle loro terre e non dover più vivere in un campo profughi che cresce a dismisura in verticale con baracche una sull'altra.

Ogni volta che la situazione sembra migliorare avviene qualcosa di tremendo e la loro condizione peggiora, i morti aumentano e tutto questo fa crescere in molti il desiderio di vendetta.

Ogni mattina a Jenin non è solo una testimonianza storica della sofferenza del popolo palestinese, ma anche una riflessione universale sulla condizione umana in tempo di guerra, sulla perdita e sulla speranza.

Il romanzo, nonostante il dolore che evoca, offre anche una speranza per un mondo migliore, dove la memoria e la dignità umana possano prevalere sulla violenza e sull'odio.


Titolo: Ogni mattina a Jenin (Morning in Jenin)
Autore: Susan Abulhawa
Anno: 2010
Editore: Feltrinelli
Pagine: 400

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