L'economista analizza la situazione politico-economica-culturale attuale dal punto di vista geografico arrivando a dividere il mondo in 3 stati d’animo principali. Come lui stesso dice, ci sono Paesi che al loro interno manifestano emozioni differenti o che non si possono collocare schematicamente.
Le emozioni che Moïsi analizza sono quella della paura, che domina in Europa e Stati Uniti, dell’umiliazione, che si trova nei paesi arabi e musulmani, e quella della speranza dei paesi emergenti come India e Cina.
Un saggio che analizza la geopolitica delle emozioni
Secondo l'autore le emozioni sono fondamentali per comprendere il nostro mondo e rispecchiano la globalizzazione, ovvero l'americanizzazione.
Nel primo capitolo di Geopolitica delle emozioni racconta di come sia difficile fare una mappatura del mondo attraverso le emozioni e di come ci siano molte sfumature; sottolinea di come gli Stati si sentano diversi e, a volte, non accettino gli altri, basti pensare che in alcuni Paesi la cartina geografica è diversa dalla nostra perché alcuni non vengono legittimati.
Nel capitolo dedicato alla speranza parla dei paesi emergenti, che vede come il mondo occidentale del secolo scorso nel campo economico, ma con problemi politici interni perché la popolazione ad esempio cinese vorrebbe maggiori diritti.
La Cina viene definita la più antica civiltà del mondo e l'India la più grande democrazia. L'india però ha molte contraddizioni perché ci sono ancora le caste, la classe politica è molto corrotta e la popolazione che vive in assoluta povertà è sempre tanta, nonostante l’arricchimento di molti.
Parlando dell'umiliazione porta il discorso sui problemi dei paesi mediorientali, nordafricani ma anche del Sud America o dell'Africa. Il discorso sul mondo arabo è quello più complesso perché molti Paesi sono stati in passato culla di civiltà antiche, ma ora si sentono frustrati perché sono in decadenza. Seppure gli islamici stiano immigrando in altri Stati la cultura araba è in declino e pure nei loro paesi d'origine la letteratura occidentale è molto poco conosciuta.
L'autore pensa che il sentimento di umiliazione sia quello che spinge ad agire i terroristi. Vede però alcuni esempi di progresso, ad esempio a Dubai, o nel fatto che molti scrittori o registi arabi lavorino in Europa e diffondano la loro cultura.
La paura è invece il sentimento che anima il mondo occidentale, che ha subito una pesante perdita economica negli ultimi anni, e stenta a risollevarsi e soprattutto teme il terrorismo.
La paura però non è sempre completamente negativa perché può stimolare la speranza di migliorare, ad esempio temendo una catastrofe ambientale si possono fare cose concrete per evitarla!
Vede in Europa una perdita di fiducia nella propria potenza e nell'unità e un timore di nuovi conflitti in alcuni piccoli Stati.
Alcuni Paesi sono ritenuti casi difficili da analizzare per molte ragione e sono: la Russia, che ha perso potere, Israele, che ha in sé rabbia ma anche speranza, l'Africa, un continente grandissimo che ha avuto molti dominatori ma è pieno di speranza, e l'America Latina, dove l’umiliazione lascia poco spazio alla speranza.
Il libro si conclude con alcuni scenari possibili per il 2025 e la speranza che quello più roseo si avveri.
Prima di iniziare questo saggio pensavo fosse ostico e noioso invece mi sono dovuta ricredere.
Moïsi riesce a rendere interessante tutto ciò che scrive e soprattutto analizza molti fatti e Paesi traendo indicazioni sulle emozioni delle loro popolazioni.
Geopolitica delle emozioni, con sottotitolo: Le culture della paura, dell'umiliazione e della speranza stanno cambiando il mondo però non è completamente originale perché l’autore trae spunto per la sua disamina da alcuni testi scritti da altri economisti ed esperti, seppure arrivi poi a soluzioni personali della situazione attuale e futura.
Un libro senza dubbio interessante per chi voglia approfondire alcuni aspetti della globalizzazione, dell'economia attuale, passata e futura, e di molti Paesi.
Titolo: Geopolitica delle emozioni (La Géopolitique de l'émotion)
Autore: Dominique Moïsi
Anno: 2009
Editore: Garzanti
Pagine: 247
Nessun commento:
Posta un commento
Prima di commentare ti invito a leggere la Privacy Policy del blog per l'accettazione.