1 giugno 2018

L'ultimo libro di Terzani: Un altro giro di giostra

Sino a qualche anno fa non avevo mai letto nulla di Terzani perché mi dedicavo più che altro alla lettura di thriller e perciò Un altro giro di giostra, l'ultimo suo libro, è stata una graditissima sorpresa.

Ho impiegato quasi un mese per leggere le 600 pagine ma non perché la lettura sia pesante ma perché mi soffermavo a riflettere sulle parti più significative e rileggevo alcune frasi che volevo fissare nella mia memoria.
Il giornalista Tiziano Terzani parla della sua vita, dopo che ha scoperto di avere il cancro, e della ricerca di una cura che diventa poi la ricerca di se stesso.

L'ultimo libro di Terzani: Un altro giro di giostra


Un altro giro di giostra: l'ultimo libro di Terzani


Il libro è ambientato a New York, in India, in Thailandia, a Hong Kong, nelle Filippine e in Himalaya e queste sono le tappe del suo viaggio fisico e interiore.

A New York va per farsi curare affidandosi al migliore centro e il suo soggiorno è l'occasione per riflettere sugli Stati Uniti e le loro molte contraddizioni. Condivido la sua opinione sul fatto che siano un Paese sempre in guerra contro qualcuno. Interessanti anche le sue disamine sull'idea di felicità, molti arrivano lì da immigrati e finiscono per fare anche due lavori per mantenersi ma rinunciando al tempo per se stessi.
Con occhio attento osserva il comportamento degli americani e coglie aspetti che stanno diventando di moda anche qui da noi e che non è detto siano un bene.

Terziani come giornalista aveva vissuto in precedenza molti anni in Asia e perciò il suo ritorno in India è come tornare a casa. Gira in diverse regioni andando alla ricerca di cure alternative pur nella consapevolezza che molti siano ciarlatani e che in fondo la cura può essere solo credere che qualcosa sia efficace. Lui non è credente ma trascorre un periodo in un ashram cercando tranquillità e se stesso.

Il suo viaggio lo porta anche nella moderna Hong Kong, nelle povere Filippine nella bella Thailandia ma Terziani avverte la mancanza di qualcosa.

Alla fine le montagne indiane dell'Himalaya sembrano il luogo che ha sempre cercato.
Qui incontra un vecchio saggio e lo illumina sul viaggiare.

Per l'anziano viaggiare non serve. Se uno non ha niente dentro, non troverà mai niente fuori. E' inutile andare a cercare nel mondo quel che non si riesce a trovare dentro di sè.

Ha capito che la meditazione può portarlo a scavare dentro la propria anima ma quando torna in italia alla vita normale non resiste e fugge, solo sulla montagna si sente in pace.

Interessante anche la riflessione sul sapere e sui libri dai quali arriva una conoscenza di seconda mano che non vale un granché e che comunque più si legge e più si comprende che si potranno mai leggere tutti i libri che sono stati scritti.

Il libro è ricco di riflessioni e mi sono sentita molto in sintonia con l'autore e ho trovato molto interessanti i suoi racconti sull'oriente, sulle tradizioni e i costumi perché provengono da una persona che ha vissuto tutto in prima persona. Molti sono i racconti tratti dai libri sacri che sembrano perfetti per spiegare e dare un senso a ciò che accade. Altre cose riportano più alle scelte materiali fatte nella vita passata come quella di essere vegano. Vedendo in India le mucche mangiare cartone fatto col piombo e spazzatura per lui questa dieta fu una scelta obbligata.
Interessante anche la risposta sul bisogno umano di proteine. E gli elefanti? Da dove prendono le proteine gli elefanti?

La lettura ci trasporta in altre realtà e Terziani è bravo nel raccontarle. Egli guarda tutto da una posizione di distacco perché sa che non potrà sentire dentro di sé sentimenti religiosi che portano molti a credere. Per lui molte cose sono mode, come l'ayurveda, che non possono essere praticate nel mondo occidentale estraniate dal mondo nel quale sono nate.

Il libro mi ha lasciato molto e lo consiglio a chi cerca qualcosa su cui riflettere ma non risposte perché ognuno deve trovarle dentro di sé. Anche le malattie e la morte fanno parte della vita.

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