Come dice lo stesso autore nella prefazione e nella postfazione questo libro si può classificare come un libro di memorie più che una autobiografia perché restio a rivelare troppo di sé ha voluto raccontare le sue due più grandi passioni: la scrittura e la corsa.
L'arte di correre di Murakami
Il titolo in italiano è stato modificato. L'originale What I Talk About When I Talk About Running è ispirato ai racconti di Raymond Carver (What We Talk About When We Talk About Love) che sarei curiosa di leggere.
Murakami ha la grande dote dello scrivere e perciò la lettura scorre via veloce ma nello stesso tempo offre molti spunti sui quali riflettere perché penso che tutti nella nostra vita abbiamo fatto delle scelte e ci siamo resi conto dei nostri limiti.
Dopo aver gestito un jazz bar e, nel frattempo, scritto alcuni racconti ad un certo punto Murakami decide di dedicarsi completamente alla scrittura consapevole che altrimenti non avrebbe dato il massimo.
Visto che il suo lavoro lo costringeva a stare seduto per ore ha iniziato a praticare la corsa, sport che richiede solo un paio di scarpe e si può praticare ovunque, pioggia permettendo.
Per lui la corsa e la scrittura sono due attività che richiedono uno stimolo interiore una motivazione, e correndo ogni giorno cerca di superare il se stesso del giorno prima.
Raccontare i suoi allenamenti e le gare è l'occasione di parlare anche della sua vita con vari aneddoti.
Ho trovato curioso ad esempio che preferisca parlare in pubblico in inglese perché conosce un vocabolario limitato mentre in giapponese metterebbe troppo impegno nello scegliere le parole invece che cercare di rendere interessante alla platea il suo discorso.
mi perdo nel mare pescoso del vocabolario, con un forte senso di frustrazioneIl libro di memorie fa capire aspetti del carattere di Murakami come la sua modestia, il suo desiderio di non essere riconosciuto, la sua timidezza ma anche la sua grande forza di volontà e caparbietà nel raggiungere ciò che si prefigge. Anche se non disdegna la compagnia ama stare solo, con la moglie, e perciò uno sport solitario come la corsa per lui è perfetto.
Ha ragione quando dice che ci vuole costanza quando si decide di fare qualcosa o che è inutile voler fare qualcosa che non ci piace.
Concordo perché la mia più grande passione è la lettura e da quando ero piccola non credo ci siano stati più di due giorni di fila nei quali non abbia letto nulla!
Lo stesso vale per l'attività fisica in quanto so che bisogna farla ma deve essere un piacere mentre trovo noioso allenarsi in palestra mentre il trekking mi dà molte più soddisfazioni.
Sino a qualche mese fa non praticavo la corsa ma poi dedicandomi con costanza agli allenamenti ho ottenuto risultati inimmaginabili ma ero motivata dal fatto che volevo avere una buona forma fisica prima di andare a fare trekking nelle alte montagne del Nepal.
Un'altra cosa che mi ha colpito è che durante le gare gli atleti sono così concentrati da non guardare ciò che hanno attorno.
Anche la sua affermazione che le cose veramente importanti non s'imparano a scuola è una cosa sulla quale riflettere.
Infatti spesso se si è obbligati a fare qualcosa si inizia a detestarla e poi lo studio meramente nozionistico non è che apra la mente come uno studio improntato più sull'analisi e sul confronto con gli altri.
Consiglio la lettura di L'arte di correre perché è anche di stimolo a migliorare noi stessi, a darsi degli obiettivi e a portare avanti le proprie passioni prendendo esempio da un grande scrittore come lui.
Adoro leggere, ma ho più volte provato a leggere Murakami senza riuscire ad appassionarmi. Potrei fare ancora un tentativo.
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